7 opere da non perdere al miart di Milano. Un percorso nel lato moderno/estabilished della fiera
Le opere di artisti estabilished e moderni che vi consigliamo di non perdere a miart. Nella nostra passeggiata abbiamo scelto Manlio Rho, Piero Girardi, Hans Hartung, Gianfranco Zappettini, Nanni Balestrini, Maurizio Nannucci, Enzo Cucchi
Dopo i dieci stand da non perdere in questa ventiduesima edizione di miart, che illustrano la triplice diversificazione di interessi della fiera, ci siamo soffermati su quello del moderno, qui ampiamente rappresentato accanto a quello del contemporaneo e del design. Sono molti i grandi nomi rappresentati tra i corridoi di miart: qui, in attesa di una seconda carrellata dedicata alle tendenze più recenti ecco gli estabilished e i moderni che ci sono piaciuti di più in una fiera che non ha mancato di raccontare anche la storia dell’arte.
HANS HARTUNG
T1962-U15, 1962 Eidos Immagini Contemporanee Asti: uno dei grandi maestri dell’Informale storico qui rappresentato da un lavoro degli Anni Sessanta, una stagione particolarmente creativa nella sua ricerca artistica, in cui affina la tecnica del grattage, coniugando lirismo e immaginazione pittorica.
MANLIO RHO
Composizione 1936 -Cardelli e Fontana Arte Contemporanea Sarzana. Una sintesi fra una rigorosissima geometria, riconducibile alla fredda astrazione dei suprematisti russi, e un moderato calore, tipicamente lombardo, per uno dei fondatori del gruppo degli astrattisti comaschi nei primi Anni Trenta.
PIERO GILARDI
Fichi d’India Galleria Paola Verrengia, Salerno. Un lavoro in poliuretano espanso rappresentativo di un itinerario creativo che l’artista torinese ha realizzato a partire dagli Anni Sessanta fino ad oggi.
GIANFRANCO ZAPPETTINI
La trama e l’ordito n. 3 Mazzoleni Torino Londra. Una monumentale opera in rosso di uno dei maggiori protagonisti della Pittura Analitica che dimostra il grande rigore della sua ricerca artistica tesa a indagare le strutture linguistiche del medium pittorico.
NANNI BALESTRINI
1969-2007 Galleria Michela Rizzo Venezia. Un’opera di Poesia Visiva realizzata quando il processo di costruzione della “nuvola” o tag cloud, tanto in voga oggi, era ancora manuale. Come questo Potere operaioesposto per la prima volta in occasione della Quadriennale di Roma del 1972 e finito poi in un deposito per quasi trent’anni.
MAURIZIO NANNUCCI
This side is blue, 1969 Galleria Enrico Astuni Bologna. Un’inconfondibile scritta di luce al neon realizzata nel 1969 dall’artista fiorentino modella lo spazio fino ad alterarne la percezione.
ENZO CUCCHI
1970 Zero… Milano. Qui abbiamo considerato l’intero stand di Zero… dedicato alla decade del 1970 come una vera e propria installazione, con le opere storiche realizzate sul finire di quel decennio, in piena Transavanguardia.
-Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati