Il meglio dell’arte contemporanea britannica, al servizio dello sport. I poster di Olimpiadi e Paralimpiadi? Li disegnano Martin Creed, Tracey Emin, Gary Hume
Le squadre? Sei contro sei. La prima composta da Martin Creed, Anthea Hamilton, Howard Hodgkin, Chris Ofili, Bridget Riley e Rachel Whiteread; la seconda con Tracey Emin, Michael Craig-Martin, Sarah Morris, Bob and Roberta Smith, Fiona Banner e Gary Hume. Dodici artisti, per due formazioni: agli uni è toccato progettare dei poster per le Olimpiadi […]
Le squadre? Sei contro sei. La prima composta da Martin Creed, Anthea Hamilton, Howard Hodgkin, Chris Ofili, Bridget Riley e Rachel Whiteread; la seconda con Tracey Emin, Michael Craig-Martin, Sarah Morris, Bob and Roberta Smith, Fiona Banner e Gary Hume. Dodici artisti, per due formazioni: agli uni è toccato progettare dei poster per le Olimpiadi di Londra, gli altri si sono occupati di quelli per le Paralimpiadi. Tanto prestigioso l’incarico, quanto ardua la selezione. Da una rosa di oltre cento nomi, la giuria, composta tra gli altri dal direttore della Tate Nicholas Serota e da quello delle Olimpiadi culturali e del London 2012 Festival, Ruth Mackenzie, ha scelto le eccellenze della scena artistica contemporanea inglese.
L’obiettivo? Mostrare orgogliosamente al mondo, che ha gli occhi puntati su Londra in occasione dei giochi olimpici, la creatività dei migliori artisti made in UK. Un tempo i poster li avevano disegnati David Hockney, Roy Lichtenstein e Andy Warhol, poi presero a occuparsene grafici e agenzie. Ma da quest’anno si è deciso di tornare alle buone, vecchie abitudini. Il risultato? Ottimo. Non a caso, oltre a essere in mostra alla Tate Britain fino al 23 settembre 2012, le opere sono state donate alla Regina Elisabetta per la Royal Collection, entrando a far parte della Government Art Collection. Ma anche il “popolo” è accontato: in vendita, a cifre modiche, si trovano sul mercato i posters o le stampe in edizione limitata.
Ogni artista ha dato la propria interpretazione dei giochi, lanciando un messaggio positivo. Persino la temeraria Tracey Emin si è abbandonata al romanticismo, disegnando una coppia di uccellini innamorati. E gli altri? Patrick Brill – alias Bob and Roberta Smith – punta sul coraggio e la determinazione, Craig-Martin si concentra sul momento della partenza, Riley piega il suo inconfondibile pattern in strisce orizzontali, Whiteread gioca con gli anelli olimpici come se fossero impronte lasciate da fondi di bicchieri sul tavolo, e Morris si lascia ispirare da uno dei simboli londinesi per eccellenza: il Big Ben.
Che questi signori siano tra i migliori artisti delle scena britannica, lo dicono non solo i nomi ma anche i fatti: su dodici quattro hanno vinto il Turner Prize e cinque hanno rappresentato il Paese alla Biennale di Venezia. Alcuni di loro, inoltre, sono presenti anche in altri progetti nati per London 2012: Chris Ofili è alla National Gallery con Metamorphosis: Titian 2012, la mappa della metro di Tracey Emin gira per tutta la città, Anthea Hamilton (con Nicholas Byrne) espone in Frieze Projects East, mentre Sarah Morris ha ripreso il suo poster olimpico per l’installazione site specific nella stazione metro di Gloucester Road.
Che dire? Dall’organizzazione dei giochi, ma anche da tutto il contorno creativo, gli Inglesi ne escono più che bene. Promossi a pieni voti.
– Roberta Minnucci
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