Venezia Updates: SANAA e la ricostruzione di Miyato-jima. Un progetto partecipato, per immaginare con i residenti una nuova isola dopo lo tsunami. Anche questo è “Common Ground”
Lavorano gratis Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, per questo progetto dall’anima sociale, nato con una vocazione prima di tutto umanitaria. SANAA, pluripremiato e accreditatissimo studio d’architettura con base a Tokyo, ha preso a cuore la condizione in cui versano gli ex abitanti di Miyato-jima, l’isola giapponese devastata dallo tsunami del 2011: centinaia di case distrutte […]
Lavorano gratis Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, per questo progetto dall’anima sociale, nato con una vocazione prima di tutto umanitaria. SANAA, pluripremiato e accreditatissimo studio d’architettura con base a Tokyo, ha preso a cuore la condizione in cui versano gli ex abitanti di Miyato-jima, l’isola giapponese devastata dallo tsunami del 2011: centinaia di case distrutte e un esodo di massa che ha interessato gli abitanti, scossi da un trauma inenarrabile e privati di ogni bene. Il progetto di ricostruzione approda anche alla Biennale di Architettura, scelto da David Chipperfield come perfetto esperimento in ambito “Common Ground”.
Sejima – che della Biennale fu direttore nel 2010 – e Nishizawa stanno infatti portando avanti un processo di condivisione rivolto al pubblico e soprattutto agli stessi isolani colpiti dal cataclisma: il dibattito sul percorso e le forme di ricostruzione del territorio passa attraverso pratiche dialogiche e di confronto, grazie a un dibattito costante in cui gli architetti tengono conto di input lanciati dagli stessi destinatari del progetto.
Il plastico esposto in Arsenale è uno degli strumenti più importanti di questo complesso e delicato iter. La maquette, realizzata in cartone pressato, presenta delle linee colorate con carattere topografico: l’azzurro per le zone colpite dallo tsunami, il rosa per quelle sicure, il verde per le macchie forestali da preservare; le casette bianche sono le nuove abitazioni, le marroni indicano le strutture esistenti e le gialle rappresentano aree comuni e di lavoro. Infine, del nastro adesivo giallo traccia le strade esistenti, mentre quello grigio sta per le nuove arterie da costruire, con aree di arbusti e praterie verdi tutt’intorno.
A proposito della sua Common Ground, Chipperfield diceva: “Questo tema è un atto deliberato di resistenza nei confronti dell’immagine dell’architettura propagata spesso dai media di oggi: progetti che scaturiscono completamente dalle menti di talenti individuali. Io vorrei promuovere il fatto che l’architettura è internamente connessa, in senso intellettuale e pratico, poiché condivide interessi, influenze e intenzioni comuni. Il mio metodo di selezione degli architetti rafforzerà il tema, rendendo la collaborazione e il dialogo fondamentali per la Biennale”. Un approccio che sembra descrivere in pieno il “Miyato-jima reconstruction project” di SANAA. La progettazione si fa partecipata, laddove all’azione del singolo, imposta dall’alto e dal di fuori, si sostituisce un approccio basato sull’ascolto e sul confronto. Progetti rivolti alle comunità, per un ritorno all’architettura come spazio di condivisione.
– Helga Marsala
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