Con la goffa nomina di Giovanna Melandri al Maxxi un risultato Lorenzo Ornaghi l’ha comunque raggiunto. Un sacco di politici si sono occupati – per la prima volta – di arte contemporanea. Vediamo quali e come
Avete fatto caso che il termine che si addice sempre di più ai movimenti del ministro della cultura Lorenzo Ornaghi è quello della loro “goffaggine”? Al di là di ciò, la goffa (appunto: una nomina del genere la puoi anche fare, ma prima la concordi con tutta la tua maggioranza, senza mandare i nominati allo […]
Avete fatto caso che il termine che si addice sempre di più ai movimenti del ministro della cultura Lorenzo Ornaghi è quello della loro “goffaggine”? Al di là di ciò, la goffa (appunto: una nomina del genere la puoi anche fare, ma prima la concordi con tutta la tua maggioranza, senza mandare i nominati allo sbaraglio ed alla gogna) nomina di Giovanna Melandri alla presidenza del Maxxi ha ottenuto un risultato insperato: oggi il Maxxi è molto più famoso e parecchi politici e boiardi di stato che non ne conoscevano neppure l’esistenza (né a tutt’oggi, dopo aver dichiarato, sanno probabilmente di che cosa si tratti), sono stati costretti ad entrare nel ginepraio dell’arte contemporanea probabilmente per la prima e l’ultima volta nella loro carriera. Vediamoli.
Francesco Storace (ragazzi, Storace che parla di arte contemporanea. Come se Formigoni parlasse di camicie eleganti) si chiede cosa abbia da dire in proposito Bersani; Stefano Fassina (peraltro esponente del Partito Democratico come la Melandri stessa) segnala che è inopportuno passare da un seggio alla Camera ad un Museo; Matteo Orfini, che voi non lo sapete (e questo la dice lunga) ma è il responsabile cultura del PD, ha fatto l’offeso perché il partito è stato avvisato “a cose fatte”: insomma la questione non è se la Melandri sarà o non sarà all’altezza, la questione è che loro non hanno potuto mettere le mani in pasta nella nomina; Maurizio Gasparri (vabbè, non commentiamo) chiede alla Melandri di lasciare per evitare imbarazzi; Marco Marsilio, alla stessa maniera, consiglia alla neo presidente di ascoltare i consigli e lasciare essendo un “concentrato di presunzione e arroganza” e minaccia una mozione di sfiducia verso Ornaghi; molti altri hanno fatto appello alla “incompetenza” della Melandri nell’unico paese in cui le pulci sull’incompetenza si fanno esclusivamente alle donne, gli uomini possono essere capre quanto si vuole e pace.
Adriano La Regina, ex soprintendente di Roma che bloccò con enorme danno per la città decine di cantieri in nome della tutela dell’archeologia (nel frattempo sprofondata in degrado e abbandono) è l’unico ad entrare nel merito del Museo: “non andava fatto, con quei soldi bisognava restaurare qualche statua antica”; non è mancato il commento negativo di Matteo Renzi che ha definito l’operazione “un errore del governo”; Stefano De Lillo (anche qui come per Gasparri non commentiamo, sempre meglio evitare una querela), senatore del PdL, ha commentato con l’immancabile metafora calcistica: “è come se Totti andasse alla Lazio”, e chi la capisce ce la spieghi così almeno ridiamo pure noi; Francesco Giro, ex sottosegretario ai tempi ormai lontani dell’ultimo Governo Berlusconi, ha addirittura effettuato un’interrogazione al Ministro in cui chiede se davvero la Melandri sarà pagata “300mila sterline” (sì, proprio così: sterline) evidentemente senza essere aggiornato su una nuova normativa, peraltro assurda, che obbliga i presidenti delle istituzioni culturali a guadagnare zero euro, condannando quegli scranni esclusivamente a ricchi pensionati o a politici più o meno in disarmo appunto.
Non è finita qui: Fabrizio Cicchitto (e, come avete imparato: non commentiamo manco qui!) ha sentenziato che l’atto di Lorenzo Ornaghi ha dell’incredibile, senza avere l’autoironia di aggiungere che ha dell’incredibile anche che un personaggio come Fabrizio Cicchitto faccia il capogruppo del partito di maggioranza relativa alla Camera; Nichi Vendola ha dichiarato che la nomina è “stilisticamente indigeribile”, poiché la Melandri è un parlamentare. Insomma viviamo in un paese dove essere parlamentari invece che una garanzia di autorevolezza, qualità, competenza e preparazione, è uno stigma, una vergogna. E la vergogna è rimarcata dai parlamentari stessi: come se essere parlamentari sia equiparabile (ehm…) ad essere iscritti a qualche loggia segreta o affiliati a Camorra o Cosa Nostra: “per carità, non può fare un lavoro del genere, è un lurido parlamentare proprio come noi”, sembrano pensare un po’ tutti. Sanno loro per primi di far parte di una casta impresentabile, e lo dichiarano senza nasconderlo. Ancora: Giulia Rodano, dell’Italia dei Valori, nota per il suo grande impulso (?) all’arte contemporanea come assessore alla cultura per la Provincia di Roma e ancor più nota per il suo impegno al sostentamento del Maxxi da parte della Provincia (???), ha tenuto a farci sapere che considera la nomina “un errore”. E per vostra salvaguardia tacciamo sulle dichiarazioni degli esponenti della Lega Nord, perché in Italia anche la Lega Nord può dichiarare su questioni relative alla cultura, come se un fondamentalista arabo volesse spiegarci come si degustano le costolette di maiale.
Insomma, ci lamentiamo che nessuno consideri l’arte contemporanea e in un attimo, complice solo l’ennesima nomina fatta senza grano salis (non tanto per la persona, su cui si può discutere, quanto per la modalità), siamo sulla bocca di tutti. Ovviamente nessuno ha parlato di contenuti, di finanziamenti, di investimenti, di cultura, di mostre, di ruolo del museo. Probabilmente nessuno di loro sa neppure dove sia fisicamente collocato il Maxxi, ma intanto se n’è parlato: Ornaghi l’avrà fatto apposta? Avrà buttato lì una nomina apposta per far polemica politica, ovvero per entrare nell’unico meccanismo che in Italia ti permette di essere visibile sui media?
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