Essere Leonardo da Vinci. Il film di Massimiliano Finazzer Flory sul grande genio
Dopo la notizia della prossima pellicola hollywoodiana dedicata a Leonardo da Vinci e interpretata da Leonardo DiCaprio, giunge dall’Italia notizia di un’altra produzione cinematografica, già in corso d’opera, dedicata al grande artista rinascimentale. Si tratta di “Essere Leonardo da Vinci”, il film scritto e interpretato dal drammaturgo Massimiliano Finazzer Flory.
Solo una settimana fa, vi parlavamo delle voci che giungevano dagli Stati Uniti su un prossimo film biografico dedicato a Leonardo da Vinci. A vestire i panni del leggendario artista e scienziato italiano potrebbe essere il suo omonimo Leonardo DiCaprio, che inoltre produrrebbe anche il film. Mentre attendiamo ulteriori sviluppi sulla realizzazione della pellicola, che già possiamo immaginare colossale e in perfetto stile hollywoodiano, giunge dal nostro Paese notizia di un’altra produzione cinematografica, già in corso d’opera, dedicata al genio di Leonardo da Vinci. Si tratta di Essere Leonardo da Vinci, film scritto e interpretato dall’attore e regista e sceneggiatore Massimiliano Finazzer Flory (Monfalcone, 1964), che ci ha dato in esclusiva alcune anticipazioni sul suo lavoro cinematografico che affonda le sue radici nel teatro.
LEONARDO DA VINCI A TEATRO
Finazzer Flory coltiva da anni la passione per la vita e le opere di Leonardo da Vinci. È del 2012 l’anteprima teatrale di Essere Leonardo da Vinci: un’intervista impossibile, andata in scena a Londra in occasione della mostra Leonardo da Vinci pittore alla corte di Milano alla National Gallery. Lo spettacolo racconta la biografia di Leonardo ripercorrendo, in lingua rinascimentale, i principali avvenimenti e temi della sua vita, della sua arte e della sua poetica: dall’infanzia alle sue attività in campo civile e militare, su come si fa a diventare “bono pittore”, sul rapporto tra pittura e scienza, pittura e scultura, pittura e musica. Questo è dunque il background che ha portato alla sua trasposizione cinematografica: “l’idea del film consegue l’idea del teatro”, racconta ad Artribune Finazzer Flory. “Ci sono state centinaia di bellissime mostre su Leonardo e migliaia di libri soprattutto di storici dell’arte. Ma in teatro nessuno aveva mai portato in scena il pensiero e le parole autentiche di Leonardo, la sua lingua. E così dal 2012 debuttai con il teatro leonardesco”.
GLI STUDI PRELIMINARI PER LA RICOSTRUZIONE BIOGRAFICA
La complessità e il fascino di un personaggio come Leonardo da Vinci hanno portato l’attore e il suo staff a cimentarsi in ricerche storiche e scientifiche specialistiche, coinvolgendo anche esperti di diversi rami del sapere: “le ricerche inizialmente hanno organizzato il sapere sul Leonardo omogeneo, che ci proviene dagli storici dell’arte”, continua l’attore. “Anche se diverse tra loro, l’esperienza di Carlo Pedretti e il lavoro scientifico di Pietro Marani sono state le mie prime fonti. Successivamente il copione teatrale e oggi la sceneggiatura del film hanno integrato altre due fondamentali ricerche: la prima tra Leonardo e la fisica, la scienza gentile. Il mio autore è stato Fritjof Capra fisico e teorico di Berkeley e studioso da anni sui temi che pongono in relazione Leonardo con l’ambiente. L’altro autore purtroppo scomparso che mi è stato d’aiuto a Los Angeles è stato Leonard Shlain. Dai suoi studi e da confronti con il figlio ho ricostruito la biografia di Leonardo come medico”.
ALCUNE ANTICIPAZIONI SULLA REALIZZAZIONE DEL FILM
Le riprese del film, girate ad altissima definizione in Red 4K, sono iniziate pochi giorni fa a New York, e a settembre i prossimi set saranno a Vinci, in Toscana, con i paesaggi e la casa natiadi Leonardo, e a Milano. Successivamente saranno toccate anche la Loira, in Francia, nel Castello di Amboise dove Leonardo è sepolto e a Clos Lucé, nella casa in cui l’artista morì. “La produzione del film”, continua Finazzer Flory, “è una joint venture con una giovane casa di produzione americana e ha una partnership con istituzioni francesi tra cui BNP Paribas. Ho voluto come cast interpreti che provenissero dall’eccellenza di arti che spesso nel cinema risultano marginali, come la coreografa Michela Lucenti per le danze e Julia Kent e Jeffrey Swann come compositori di musiche ispirate all’incontro tra la tecnologia del nostro tempo e il Rinascimento”.
– Desirée Maida
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati