“L’Ultima Notte”, ecco il corto di Irish Braschi per rilanciare i capolavori di Correggio a Parma
Il film ripercorre le emozioni che hanno pervaso Correggio al completamento degli affreschi per la Camera della Badessa Giovanna Piacenza nel Convento di San Paolo. Un capolavoro spesso dimenticato, e che oggi si vuole rilanciare attraverso i linguaggi del cinema
Sempre più spesso i linguaggi dell’arte contemporanea vengono chiamati in causa per dare vita a interventi che possano catalizzare l’attenzione sui beni storico-artistici, sulla loro tutela, valorizzazione, gestione e fruizione. È il caso di un’iniziativa che vede protagonisti gli affreschi realizzati tra il 1518 e il 1519 da Antonio Allegri detto il Correggio (Correggio, 1489 – 1534) per la Camera della Badessa Giovanna Piacenza presso il Convento di San Paolo a Parma. Un cortometraggio d’autore, recentemente presentato al Quirinale di Roma, ha come fine il rilancio del capolavoro correggesco, una delle opere più raffinate del Rinascimento italiano che, però, continua a essere una meta culturale di nicchia e paradossalmente sconosciuta ai più: ad oggi, la Camera infatti conta “solo” 30mila visitatori all’anno.
LA SINERGIA TRA PUBBLICO E PRIVATO PER VALORIZZARE I BENI CULTURALI
L’Ultima Notte è il titolo del cortometraggio scritto e diretto dal regista Irish Braschi e ambientato nella Camera di San Paolo a Parma. Il progetto è sostenuto e promosso da “Parma, io ci sto!”, associazione nata nel 2016 dall’iniziativa di Alessandro Chiesi, Guido Barilla, Andrea Pontremoli, l’Unione Parmense degli Industriali e la Fondazione Cariparma, con l’intento di contribuire al rilancio culturale della città attraverso la sinergia con le istituzioni. Il progetto de L’Ultima Notte è stato sviluppato in collaborazione con il Polo Museale dell’Emilia Romagna e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza. Oltre al cortometraggio, il progetto di valorizzazione della Camera di San Paolo comprende anche il nuovo impianto di illuminazione a led e un volume scientifico di prossima pubblicazione, che avrà il compito di fornire ulteriori spunti critici per la lettura e l’interpretazione dell’impianto iconografico degli affreschi.“La camera dell’appartamento della Badessa in San Paolo è un’opera d’arte straordinaria e un importante strumento di promozione turistica per Parma”, spiega Alessandro Chiesi, Presidente dell’Associazione “Parma, io ci sto!”. “Per questo “Parma, io ci sto!” ha deciso di sostenerne il progetto di valorizzazione, per far sì che questo luogo possa accogliere un numero sempre più alto di visitatori”.
UN CORTOMETRAGGIO CHE RIPERCORRE IL CAPOLAVORO
Prodotto da Capitale Cultura Group, il cortometraggio è ambientato nella stanza affrescata da Correggio ed è interpretato da Massimiliano Davoli e Cristiana Vaccaro, nelle vesti rispettivamente dell’artista e della colta committente, la Badessa Giovanna da Piacenza. Correggio affrescò la stanza creando una decorazione illusionistica a tralci vegetali in cui si aprono finti ovali con putti, completata nella parte sottostante da una serie di finte nicchie a monocromo con soggetti mitologici. Sul camino è rappresentata Diana, evidente riferimento alla badessa, la cui insegna araldica si trova al centro del soffitto. Il cortometraggio ripercorre le emozioni che Correggio prova l’ultima notte prima della consegna dell’opera alla badessa. Dopo 18 mesi di lavoro, l’affresco è terminato e adesso l’artista deve staccarsene, sebbene senta di essere diventato una cosa sola con la sua opera. “L’Ultima notte è il racconto della creazione di una delle più importanti opere d’arte italiane, la Camera di San Paolo, un omaggio ad Antonio Allegri detto il Correggio, che ha segnato col suo talento e la sua creatività la città di Parma e il Rinascimento”, afferma il regista Irish Braschi. “La storia di un artista unico, ma anche un uomo, con le sue debolezze, le sue fragilità, che vive in maniera conflittuale la propria arte e la propria opera. Un uomo libero, innovatore come la sua opera che ancora oggi tutti possono ammirare”.
– Desirée Maida
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