Una cartografia impossibile. Intervista a Napo degli Uochi Toki
In attesa dell’uscita della serie animata di dieci DVD intitolata “Il Cartografo” (prevista per giugno), ideata dal duo hip hop Uochi Toki e da loro stessi realizzata insieme al collettivo Megabaita di cui fanno parte, con la narrazione di Giovanni Succi dei Bachi da Pietra, abbiamo intervistato la sua voce, Napo.
Il duo Uochi Toki (Matteo “Napo” Palma, voce, e Riccardo “Rico” Gamondi, basi) è paragonabile a un dispositivo robotico precipitato nella periferia industriale italiana da un universo sconosciuto. Senziente, inossidabile e ben adattato, assimila le abitudini umane ricavandone dati la cui elaborazione palesa ipocrisie e contraddizioni. Con un linguaggio che ibrida diverse sfere culturali e uno stile musicale che annienta i tentativi di classificazione dietro la semplice etichetta hip hop o rap, esprimono l’attitudine a strabordare in un circuito prolifico visivo, di cui fanno parte il collettivo video Megabaita e il progetto grafico Lapis Niger. Di tutti questi aspetti, della serie Il Cartografo, con il protagonista deciso a rimappare un pianeta desertico, la cui realizzazione verrà finanziata sulla piattaforma Primaomai fino al 5 febbraio, e tanto altro, abbiamo parlato con Napo, in un’intervista dai toni surreali.
Il concepimento di un pezzo coincide con una routine, un rituale oppure è l’imprevisto, l’incontro casuale a dare inizio alla scrittura?
Succede in tutti i modi che hai elencato, ma soprattutto non c’è un “inizio” della scrittura, dato che il momento della scrittura è un momento più lungo di cui fa parte anche quello in cui si sta a maggese e non si scrive. Scrivere con penna e carta è solo un modo che ti assicura di non starlo facendo per lavoro, per fini artistici, ed è in quelle condizioni che le idee escono dalla tana.
Pensando alle basi, è come se Rico a ogni bit fermasse il corpo dell’ascolto sul punto della caduta, un precipitare senza mai sfracellarsi al suolo che crea una serie di disgregazioni. Un forte senso di rottura che, forse, soprattutto ne La fine dell’era della comunicazione, s’avverte attraverso un sound contaminato da dub sporco, netto e irreparabile. Mi piacerebbe sapere quale poetica sostiene Rico e le influenze musicali che rimescola, ma non c’è…
Mi spiace, Rico in questo momento sta facendo precipitare disgregazioni sonore al suolo senza mai sfracellarle, ma collezionandone i cocci ipotetici per evocare la fine del tour coi Les Spritz nel Nord Europa. Tuttavia è qui con noi dentro ogni suono ambientale ipoteticamente distorto con dei macchinari valvolari.
Quale ruolo attribuite al pubblico? Ritenete d’aver sfondato il muro che separa la star dal fan?
Per tante volte che abbiamo sfondato questo muro, tante è stato ricostruito. Tuttavia, nel tempo in cui la breccia rimaneva aperta, sembra siamo riusciti a far passare qualcosa, non molto ma qualcosa. Oggi scaviamo delle gallerie e passiamo sotto ai muri.
Durante i live si aggiungono strati d’immagini. È la metamorfosi in diretta di Napo in Lapis Niger, la mutazione del frontman che dilata le possibilità di contatto con il pubblico. Chi è Lapis Niger?
Frena frena, io volevo solo disegnare durante il concerto perché mi stavo rompendo a ripetere i testi e non so fare freestyle. Poi, dato che disegno durante i concerti altrui, ho pensato “perché non disegnare anche durante il nostro?”. È lo stesso principio che mi portava a disegnare durante la lezione dalle elementari al liceo, applicato come se fossi un insegnante che disegna durante la lezione. Non c’è mutazione, sono sempre stato così.
Poi i video d’animazione… Correggimi se sbaglio, Megabaita è un collettivo che nasce con i video di Cystema Solari, album in collaborazione coi Nadja. E da poco avete lanciato la raccolta fondi per la serie animata Il Cartografo. Cosa dobbiamo aspettarci da questo progetto?
Megabaita nasce per volontà del grande Cassetto, creatore della Religione del Fischio nelle Orecchie, che raccolse attorno a sé i discepoli dicendo “noi faremo i videogiochi”, poi tagliò la Pizza e rese grazie. Il giorno dopo sfidò il patrono della sua terra – un certo D.A. – e da allora scomparve lasciando soli i discepoli. Fra questi io, Rico e Marcos, rimasti da soli, incontrammo Gèc e da lì iniziammo a sviluppare un gioco che fu mangiato vivo dall’idea di fare dei cartoni animati. A quel punto entrano i trailer di Cystema Solari e il video de I Cannibali degli Ovo. L’idea della serie animata fermentava in botti di silicone e adesso, incontrato il metodo Primaomai di Ratigher, la travasiamo cosicché sarà presto davanti agli altari-schermo di tutto il mondo. Non aspettatevi che questa serie venga a salvarvi, quello è compito delle Grandi Saghe Evangeliche come Star Wars.
Il Cartografo è apparso nel pezzo Distopi, giusto? In quel mini come in altri pezzi, viene fuori il vostro lato sci-fi. Mi piacerebbe che chiudessi con un’immagine futuristica della nostra società fra ottant’anni.
Tra ottant’anni gli Uochi Toki saranno una corporazione che governa sia il Pianeta Terra Reale che il Pianeta Terra Immaginario. Amministreremo questi mondi seguendo il volere dei migliori e il volere del popolo ottenendo un’equazione governativa mondiale così complessa che diventerà un pensiero matematico autonomo. Questo pensiero si scriverà da solo secondo i principi dell’autopoiesi, comincerà ad avere un corpo. Diventerà una persona che vorrà vivere con gli altri umani creando altri Pensieri Matematici Autonomi Autopoietici: una nuova razza evoluta che comprende che per sopravvivere è necessario che le vecchie razze si integrino nel nuovo codice cyber-genetico. Gli esseri umani faranno un referendum per decidere se è giusto o meno essere inglobati, in cui vincerà il NO.
E poi?
Nonostante il risultato l’uomo diventerà qualcos’altro e gli Uochi Toki andranno a vivere per un po’ sulla Terra Immaginaria fino a quando anche quella sarà assorbita. In tutto questo le etichette indipendenti saranno estinte, i rock pub dove suonano le tribute band diverranno illegali, Facebook sarà sostituito da network che evolveranno nel ritorno del “ti vengo a suonare il campanello di casa per vedere se ci sei”, la destra e la sinistra si uniranno nel Partito Fantarchico che, per mantenere la tensione, se la prenderà con il crimine organizzato, anche dopo che è stato sconfitto dal fenomeno del Gangsta Rap Fasullo che porta le persone a non dover compiere crimini, ma solo a simulare un atteggiamento criminoso in cose normalissime tipo fare la spesa, per poi raccontare le proprie imprese drammatizzandole. E poi potrei andare avanti per ore, ma devo preparare il pranzo.
Domenico Russo
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