Una mostra sugli “Ambienti” di Lucio Fontana. In arrivo all’Hangar Bicocca di Milano

Per la prima volta dopo la sua scomparsa, saranno presentate al pubblico dieci installazioni ambientali realizzate dall’artista, in passato distrutte dopo la loro esposizione e oggi ricostruite attraverso accurate ricerche d’archivio.

Se i Tagli e i Buchi sono le opere che lo hanno reso uno degli artisti più celebri e influenti del panorama artistico del Novecento, allo stesso tempo esiste un corpus di lavori che hanno reso Lucio Fontana (Rosario, Argentina 1899 – Varese, 1968) il padre indiscusso della corrente dello Spazialismo, i cosiddetti Ambienti. A questa serie meno nota e alla ricerca ambientale dell’eclettico artista italo-argentino sarà dedicata una grande mostra che inaugurerà il prossimo 21 settembre all’Hangar Bicocca di Milano, Ambienti/Environments, a cura di Marina Pugliese, Barbara Ferriani e Vicente Todolí e organizzata in collaborazione con Fondazione Lucio Fontana.

OLTRE LO SPAZIO PITTORICO

Dopo una formazione tradizionale compiuta a Milano a fianco dello scultore Adolfo Wildt, Fontana nel secondo dopoguerra ritorna in Argentina, dove nel 1946 insieme ai suoi allievi redige il Manifesto Bianco, oggi considerato il testo teorico e il punto di inizio dello Spazialismo. Con la sua ricerca, l’artista ha oltrepassato i limiti tradizionali dell’idea di spazio pittorico, inteso in termini fisici e concettuali, anticipando le tendenze tipiche degli anni Sessanta e Settanta dell’Arte Povera, dell’Arte Concettuale e della Land Art. I famosi Tagli non sono soltanto uno sfregio sulla tela, ma un superamento della bidimensionalità, e rappresentano allo stesso tempo un annullamento delle distinzioni tra pittura e scultura e un invito per il pubblico a esplorare nuovi sentieri estetici e percettivi. Dalla fine degli anni Quaranta l’artista sperimenta i suoi assunti teorici creando gli Ambienti spaziali: stanze e corridoi spesso allestiti come labirinti con lampade di Wood, luci al neon o decorazioni fosforescenti che creano disorientamento percettivo e cognitivo al visitatore.

LA RICOSTRUZIONE DEGLI “AMBIENTI”

Dopo l’esposizione, le installazioni ambientali di Fontana venivano solitamente distrutte. La mostra all’Hangar Bicocca proporrà dieci degli Environments realizzati da Fontana, ricostruiti filologicamente per la prima volta dopo la scomparsa dell’artista attraverso ricerche d’archivio. “La ragione storica della mostra risiede nell’importanza degli “Ambienti”, un gruppo di lavori consistente e poco conosciuto, che, tuttavia, insieme ai Concetti spaziali, i cosiddetti “Buchi” e “Tagli”, rappresenta una rottura con le forme tradizionali della scultura e della pittura da parte di Fontana, anticipando le ricerche di artisti e movimenti della generazione successiva, dal Gruppo T a Yves Klein al Gruppo Zero”, spiega Vicente Todolí, Direttore Artistico di Pirelli HangarBicocca e co-curatore della mostra. “Esiste, inoltre, una ragione contemporanea: la ricerca sugli ‘Ambienti’ entra in dialogo con l’opera di molti artisti che hanno esposto in Pirelli HangarBicocca”.

– Desirée Maida

Lucio Fontana
Ambienti/Environments
A cura di Marina Pugliese, Barbara Ferriani e Vicente Todolí
Milano, Pirelli Hangar Bicocca
Dal 21 settembre 2017 al 25 febbraio 2018

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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