Muore a 92 anni Ida Barbarigo Cadorin. A Venezia i Musei civici ricordano l’artista e figlia d’arte
Molte le iniziative che la Fondazione Musei Civici di Venezia ha dedicato alla ricerca pittorica all’artista veneziana, compagna d’arte e di vita di Zoran Music, e ultima della dinastia Cadorin. A partire da Palazzo Fortuny
A pochi giorni dalla scomparsa a 92 anni dell’artista veneziana Ida Barbarigo Cadorin – avvenuta il 15 gennaio nella sua casa sul Canal Grande, dove aveva vissuto a lungo insieme a Zoran Music, compagno d’arte e di vita – la Fondazione Musei Civici di Venezia ne ricorda la figura di “figlia d’arte e artista dotata di straordinario talento, che ha attraversato tutto il Novecento con la sua presenza discreta e una intelligenza dai tratti spiccatamente vivaci e passionali”. Sono molte, infatti, le iniziative che i Musei Civici Veneziani hanno rivolto alla sua straordinaria ricerca pittorica, a partire proprio da una delle più affascinanti case-museo lagunari – Palazzo Fortuny – dove l’artista era sempre di casa, con qualche sua opera. E dove nel 2016 si è svolta una grande mostra curata da Jean Clair dedicata proprio alla sua famiglia – i Cadorin, dinastia veneziana di intagliatori e scultori, pittori e fotografi – di cui lei era l’ultima erede. “Io sono stata una Cadorin”, ricordava in una recente intervista sul quotidiano La Nuova di Venezia e Mestre Ida Barbarigo, il cui vero cognome, in realtà, era Cadorin, “e mio fratello Paolo, che sarebbe diventato poi un importante restauratore, un Tivoli. Io più legata a mio padre, lui a mia madre”.
CHI ERA IDA BARBARIGO CADORIN
Figlia di Guido Cadorin e Livia Tivoli, Ida visse la Venezia tra gli anni Venti e Trenta, dove abituali frequentatori della famiglia Cadorin erano, tra gli altri, Gabriele d’Annunzio, Amedeo Modigliani, Oscar Kokoshka e Mariano Fortuny. Non potè, quindi, far altro che manifestare, fin dalla prima giovinezza, la cromosomica attitudine di famiglia verso il linguaggio dell’arte, trovando nella pittura, e nella relazione con il pittore e incisore sloveno (ma nato in Italia) Zoran Music scomparso nel 2005, il canale espressivo a lei più congeniale. Sull’onda emotiva dei suoi ricordi, Jean Clair – curatore della mostra – e Daniela Ferretti – ideatrice del progetto – avevano riunito, così, a Palazzo Fortuny una moltitudine di opere conservate dalla Barbarigo nell’abitazione di Palazzo Balbi Valier, dove si è spenta pochi giorni fa. Ma, nell’ultimo decennio, altre due mostre l’hanno vista protagonista nei musei veneziani: negli ambienti di Palazzo Pesaro degli Orfei con la mostra I terrestri del 2006, Erme e Saturni e nell’ambito della rassegna Inverno a Palazzo Fortuny 2015 – 2016. Dal 2009 inoltre l’artista veneziana è stata una presenza costante in tutti gli appuntamenti del ciclo espositivo organizzato in collaborazione con la Axel & May Vervoordt Foundation a Palazzo Fortuny. A metà aprile, nel trigesimo della scomparsa, la Fondazione Musei Civici di Venezia renderà omaggio alla figura di Ida Barbarigo e alla sua arte con un incontro pubblico nel Salone da Ballo del Museo Correr.
– Claudia Giraud
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