Progetto artistico di Giuseppe Stampone con una cooperativa. Immagini da Bologna
Fino al 29 gennaio, presso il Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale, Stampone invita 10 artisti a interagire con una sua opera nello sviluppo di un lavoro collettivo
“Ho iniziato questo progetto sei mesi fa. A partire dal mio metodo della Global Education ho realizzato un’esperienza che ha prodotto quattro livelli di interazione, ma che rappresenta anche un punto di svolta nel mio modo di lavorare”. A parlare è l’artista Giuseppe Stampone, che in questi giorni di Arte Fiera si presenta a Bologna con un lavoro collettivo intitolato Saldi d’artista, visitabile fino al 29 gennaio presso la Cooperativa Sociale Società Dolce, con la quale ha iniziato un percorso di collaborazione che avrà ulteriori sviluppi futuri. Si tratta di un’azienda con più di 3mila dipendenti – tra le più antiche cooperative dell’Emilia Romagna – che si occupa di formazione, migrazione, tematiche legate al sociale. “L’incontro della loro missione con il mio metodo è stato dunque consequenziale. La prima interazione è stata con gli 80 dirigenti: mi hanno portato nel cuore della memoria e dell’identità della azienda, che ha scelto di parlare con il linguaggio dell’arte per stimolare una sensibilizzazione esterna verso le proprie attività e il mondo delle cooperative, in tempi in cui il loro statuto potrebbe essere sottoposto a trasformazioni traumatiche dettate dalla politica”.
LE ALTRE INTERAZIONI
La relazione con i dirigenti ha portato l’artista a produrre 26 disegni, quante sono le lettere dell’alfabeto, leit motiv nella sua produzione artistica. Ma a stabilire la connessione tra disegno e lettera non è stato Stampone, quanto gli stessi dirigenti in un momento di partecipazione e di lavoro interattivo. A questo è seguito un laboratorio con i bambini e un progetto con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove Stampone insegna. “Ormai non decido più io cosa mettere nei miei abbecedari“, ci ha spiegato, “ogni opera è frutto di un processo di partecipazione. Io raccolgo la memoria storica altrui e ne faccio l’immagine. Un ulteriore sviluppo del mio lavoro sta nella collaborazione con gli studenti. Come docente, divento un tramite per loro, producendo opere a quattro mani e dando loro la possibilità di esporre in una vetrina internazionale”.
Sì, ma perché il progetto si chiama “Saldi d’artista”? Stampone ha sviluppato una grande mappa, altro topos nella sua ricerca, che ha innescato un ultimo livello di interazione: con l’invito a 10 artisti ed ad alcuni ragazzi della Accademia (Stefano Boccalini, Jota Castro, Emilio Fantin, Ugo La Pietra, Andrea Nacciarriti, Obra Architects Studio, Lorenzo Scotto Di Luzio, Marinella Senatore, Solstizio Project, Eugenio Tibaldi), sotto la cura di Pietro Gaglianò e Giacinto di Pietrantonio, tutti compagni di strada, a intervenire sulla mappa con foto, video, disegni. Ogni azione è senza autore: decadendo l’autorialità diventa invendibile. Ma voi potete divertirvi a cercare di scoprire “who’s who”. Intanto tutte le immagini…
– Santa Nastro
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