Femminile e sarcastica. Annette Messager a Roma
Villa Medici ospita un efficace focus sull’artista francese. Mettendo in luce l’ironia consapevole della sua poetica. Tra fiaba e polemica, con lo sguardo sempre puntato sull’universo femminile.
A Villa Medici, la direttrice Muriel Mayette-Holtz propone la personale della francese Annette Messager (Berck-sur-Mer, 1943) con lavori recentissimi, all’interno della serie di mostre curata da Chiara Parisi, che coinvolgerà varie artiste, fra cui Yoko Ono. La Messager, protagonista di importanti rassegne, dal MoMA al Centre Pompidou, Leone d’Oro alla Biennale nel 2005, appartiene alla generazione di artiste che hanno lottato contro l’emarginazione delle donne in arte. Oggi il suo lavoro si trasforma in uno strano missaggio fra humour polemico e narrazione in forma di fiaba grottesca.
La materia che si disfa esprime o si collega all’inconsistenza dei sentimenti che l’artista interroga con cinismo e provocatorio sarcasmo. Un cuore è stanco e dorme su un fianco, così come un pene, una volta eiaculato, si rannicchia e dorme. Ogni installazione lavora con materiali diversi, alcuni legati al “mondo femminile”, fili, reti, bambole di pezza. C’è anche un Pinocchio di matite colorate, confine emblematico fra reale e immaginario, vero e non vero.
FIABA E POLITICA
Una filastrocca di Samuel Beckett apre il catalogo “Ciascun giorno invidia/ d’essere un giorno in vita/non certo senza scorno/d’essere nato un giorno”. Il giorno inizia dal sonno, dal letto e dalle sue funzioni. E una gigantesca installazione di cuscini a righe, come un grande letto sfatto in una prigione, ricopre lo spazio centrale della mostra. Dal disordine emergono figurine umane, serpenti e piccoli animali oscuri come in certe fiabe dark del cinema animato, mentre una parrucca sormontata da un tutù ruota come una danzatrice disperata. Infinite teorie di animali mutanti e umanizzati pendono dal soffitto, enigmatici e senza speranza, affetti da una mutazione con effetti grotteschi e drammatici. Impegno politico nel lavoro 3 Pantins PQ, ispirato ai centri d’attesa degli emigranti a Calais: tre pupazzi neri appesi al muro sono incollati a strisce di carta igienica lietamente colorate (nei centri tutto mancava, a cominciare dalla carta igienica).
GIOCO E UMORISMO
L’incontro con Balthus, artista e genio tutelare della Villa Medici, è una tappezzeria che ne ricopre lo studio, dove gli uteri sono disegnati in mille varianti polemiche fino a riempire tutto lo spazio come un mantra di autoaffermazione del corpo femminile. Caratteristica vincente del lavoro della Messager è una viva capacità di gioco e di umorismo che rendono la mostra molto divertente. Un divertimento pieno di spine e ostacoli, “bête et méchant”, che si muove fra Surrealismo e graphic stories.
– Lorenzo Taiuti
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