Carolee Schneemann Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale d’Arte. Fra Performance e Body Art

La vocazione dell’artista si esprime attraverso la pittura, il cinema, la video arte e la performance. Una pioniera dell’arte femminista dei primi anni ’60

Più che Leone d’Oro, andrebbe rinominato Leonessa d’Oro alla Carriera, il prestigioso riconoscimento assegnato nel caso in questione alla Biennale d’Arte di Venezia. Già, perché ormai l’opzione in rosa, più che una contingenza, pare diventare quasi una regola: nel 2013 ad essere incoronate furono ben due donne, Marisa Merz e l’austriaca Maria Lassnig, due anni dopo Susanne Ghez ricevette un Leone d’Oro speciale per il suo impegno a favore delle arti. E l’edizione 2017 conferma l’empirico trend, visto che il Leone d’Oro alla Carriera sarà attribuito a Carolee Schneemann (Fox Chase, Pennsylvania, 1939), settantottenne artista statunitense molto attiva nel campo della performance e della videoarte. Il riconoscimento sarà consegnato sabato 13 maggio a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia, nel corso della cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Arte.

CORPO NUDO COME ENERGIA

Carolee Schneeman è una delle figure più importanti nell’ambito dello sviluppo della Performance e Body Art”, ha dichiarato la curatrice Christine Macel, a cui si deve la proposta poi ratificata dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta. “È una pioniera della performance femminista dei primi anni ’60 e ha utilizzato il proprio corpo come materia principale della propria arte. Così facendo l’artista concepisce la donna sia come creatrice sia come parte attiva della creazione stessa. In opposizione alla tradizionale rappresentazione delle donne come semplici oggetti nudi, Schneemann ha utilizzato il corpo nudo come forza primitiva e arcaica in grado di unificare le energie. Il suo stile è diretto, sessuale, liberatorio e autobiografico”. Come si concretizza la vocazione dell’artista incoronata, per molti oggettivamente personaggio non propriamente notissimo? “Attraverso l’esplorazione di una vasta gamma di mezzi espressivi come la pittura, il cinema, la video arte e la performance”, chiarisce ancora Macel, “Schneemann riscrive una personale storia dell’arte, rifiutando l’idea di una storia narrata esclusivamente dal punto di vista maschile”.

labiennale.org

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Redazione

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