Lorenzo Balbi nuovo direttore del MAMbo. Un 34enne alla guida dei musei bolognesi

Due battute con Lorenzo Balbi, giovane curatore della Fondazione Sandretto, nominato direttore del network di musei bolognesi. Ecco le sue impressioni e qualche anticipazione sul lavoro che intende imbastire…

La notizia arriva a distanza di 24 ore dal meeting della commissione giudicatrice. Il 12 aprile 2017, si erano svolti i colloqui finali per l’individuazione del nuovo responsabile dell’Area “Arte moderna e contemporanea” dell’Istituzione Bologna Musei. Sui dieci finalisti – tutti nomi di peso – la spunta il più giovane. Lorenzo Balbi, torinese, classe 1982, ha la meglio su Maria Chiara Bertola, Cecilia Braschi, Fabio Cavallucci, Valerio Deho’, Stefano Raimondi, Beatrice Avanzi, Claudio Cravero, Alessandra Laitempergher e Davide Quadrio. A decidere due dirigenti comunali, Maria Grazia Bonzagni e Francesca Bruni – attuale direttrice ad interim del MAMbo – e Letizia Ragaglia, direttrice del Museion di Bolzano.
Balbi, talentuoso ed energico curatore dei progetti espositivi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, ma anche dello Young Curators Residency Programme lanciato nel 2008 dall’istituzione torinese, ci rilascia qualche impressione a caldo, non nascondendo l’euforia per la notizia appena appresa: “Sono molto entusiasta, questa è la tappa più importante della mia carriera. A 34 anni ricoprire un ruolo di questo tipo è assolutamente un onore: sono felice di poter lavorare per ripagare la fiducia che l’Istituzione Bologna Musei mi ha dimostrato, scommettendo su un profilo come il mio”. E a fronte di una serie di competitor super titolati e con qualche anno in più, la domanda è d’obbligo: cosa avrà contato nella scelta? “Beh, dovremmo chiederlo a loro. Ma penso che li abbia convinti la mia ricerca sulle arti sperimentali, sui giovani artisti, sull’arte contemporanea, specialmente quella italiana. È questa la mia principale sfera d’indagine ed è in questa direzione che mi interessa continuare a muovermi”.

L'ingresso del MAMbo

L’ingresso del MAMbo

RIVITALIZZARE IL NETWORK

Troppo presto per formulare ipotesi concrete o per entrare nel dettaglio di nomi, format, eventi, processi. Ma l’impronta c’è ed è già tutta fra le pagine della biografia curatoriale di Balbi, del suo taglio, dei suoi interessi. “Il progetto verrà fuori dopo il confronto con il direttore di Bologna Musei e ovviamente con lo staff dei musei di cui sarò responsabile”, ci dice. E qui la nota di merito ci sta: non era implicito citare il personale interno, come interlocutore necessario alla stesura dei programmi. E dunque tutti i collaboratori, dalla didattica ai conservatori, da chi gestisce l’amministrazione a chi segue i servizi aggiuntivi o coadiuva sul piano dei contenuti. Un dettaglio piccolo, ma significativo.
È presto per  esprimersi”, continua. “Il bando non chiedeva, tra l’altro, la presentazione di un progetto specifico, ma di una visione generale rispetto ai musei e al percorso da intraprendere. In tal senso – ed è ciò che ho fatto presente anche durante il colloquio – penso che il polo delle arti contemporanee, che include il MAMbo, Villa delle Rose, il Museo Morandi, Casa Morandi e la residenza per artisti Sandra Natali, costituisca un unicum in Italia, in quanto sistema di promozione e produzione dell’arte contemporanea. Dunque il mio intento programmatico  è quello di rivitalizzare e aumentare il prestigio internazionale di questa rete museale, con iniziative nuove e sperimentali, in un’ottica di contaminazione tra le arti che valichi un po’ le frontiere della arti visive e sconfini nel cinema, nella danza, nel teatro. Una modalità che ad esempio è incarnata anche geograficamente e storicamente nella Manifattura delle Arti e in generale nell’approccio del sistema bolognese, in cui sono contento di entrare per offrire un apporto”.

Lorenzo Balbi

Lorenzo Balbi

L’ADDIO ALLA SANDRETTO

Quanto all’appassionato lavoro condotto in questi anni per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, non sarà una cesura immediata. “Devo tutto quello che sono alla Sandretto, dove ho iniziato come mediatore culturale e dove sono cresciuto. Dunque, i progetti che ho in corso con loro ho intenzione di portarli a termine, per rispetto di un’Istituzione con cui ho lavorato 10 anni: tra questi la residenza dei curatori stranieri, insieme ad altre due-tre cose che dovrei chiudere a breve. Dopo mi dedicherò appieno al nuovo incarico per Bologna”. Date dell’insediamento effettivo? “L’inizio è ancora da stabilire, ne stiamo discutendo, proprio perché ho un contratto in corso che va onorato”.
Qualche mese, presumibilmente, e poi Balbi prenderà le redini del complesso network museale, a cui apportare una ventata di progettualità nuova, di freschezza, di coraggio. Nel segno del rigore critico-curatoriale che ne ha contraddistinto il lavoro fin qui, soprattutto in ambito torinese. La palestra della Sandretto regala così all’Italia una bella pagina d’innovazione e di rischio, in fatto di musei pubblici e linguaggi contemporanei: forse anche un Paese per vecchi, che quelli davvero giovani li spedisce all’estero e in cui quelli che guidano aziende e istituzioni hanno cinquant’anni per lo meno, ogni tanto si mette d’impegno. E qualcosa prova a cambiare.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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