New York e l’arte pubblica. Arriva la ballerina gigante di Jeff Koons in piazza Rockefeller
Non si contano le opere imponenti d’arte pubblica che sbucano a New York, col supporto di istituzioni, mecenati, aziende, organizzazioni non profit. Nella celebre Rockefeller Plaza sta per essere installata una colossale figura femminile firmata da Jeff Koons…
In arrivo a New York, nella piazza antistante il Rockefeller Center di Manhattan, una grande scultura di Jeff Koons, tra gli artisti più pagati e corteggiati al mondo. Presenza imponente, in grado di confrontarsi con l’ampissimo slargo su cui si affacciano i 19 grattacieli del complesso commerciale, costruito dalla celebre famiglia statunitense di banchieri.
UNA VENERE SULLE PUNTE
Così, mentre in Italia, nell’atrio del veneziano Palazzo Grassi, si erge la colossale creatura decapitata di Damien Hirst, alta ben 18 metri, a New York Koons “risponde” con una scultura di quasi 14 metri, collocata su una base di 2. Scontro fra titani, col gusto della magniloquenza e di una figurazione spettacolare. Il soggetto? Come racconta lo stesso titolo – Seated Ballerina – si tratta di una ballerina seduta su uno sgabello, intenta a infilarsi le scarpette. Un’immagine delicata, nella sua assoluta normalità, priva di particolari implicazioni simbolico-concettuali, ma pensata come una possibile rappresentazione contemporanea della femminilità: “La ballerina seduta è come una Venere”, ha spiegato Koons. “Potresti vederci la Venere di Willendorf o una delle tante veneri antiche. È proprio un lavoro sulla bellezza e anche sul senso della contemplazione, della quiete“.
BALLERINA, UNA E TRINA
A rendere preziosa la bionda fanciulla è il materiale. Quell’acciaio inossidabile specchiante che ha portato fortuna a diverse serie dell’artista: dai gonfiabili (uno su tutti il Balloon Dog venduto da Christie’s nel 2013 per la cifra record di 58,4 milioni di dollari) al gruppo mitologico di Pluto e Proserpina color oro, esposto in Piazza della Signoria a Firenze nel 2016.
Seated Ballerina era già comparsa in altre due versioni: un’edizione di 50 in legno policromo, alta circa 45 cm, e un pezzo unico in acciaio specchiante di oltre 2 due metri d’altezza, apparso per la prima volta nel 2016 in una sala del Museo d’Arte Latinoamericana di Buenos Aires: il fondatore del museo, Eduardo Costantini, mega collezionista e costruttore, lo acquisì subito dopo e lo installò nel lussuoso residence Oceana Bal Harbour di Miami, insieme a quel Pluto e Proserpina prestato al Comune di Firenze e ad altre opere di big contemporanei.
NEW YORK E I FONDI PER L’ARTE PUBBLICA
La nuova Ballerina, tramutata in un’aggraziata gigantessa, beneficerà del supporto economico di APF, acronimo di Art Production Fund: un’organizzazione non profit newyorchese, nata nel 2000, che si occupa di commissionare e produrre opere d’arte pubblica ambiziose e particolarmente imponenti. Realtà simile al più noto Public Art Found, con i suoi 40 anni esatti di produzioni, che nel 2018 inaugurerà il nuovo progetto di Ai Weiwei dislocato in diversi spazi pubblici newyorchesi e che questa primavera ha portato lo spettacolare vortice liquido di Anish Kapoor al Brooklyn Bridge Park. Insomma: l’arte pubblica a New York è storicamente uno dei settori culturali più amati, nonché uno dei business più floridi.
Quanto ad APF, non è certo la prima volta che si confronta con la cornice della Rockefeller Plaza, dove ha installato grandi opere d’arte. Basti citare la sfavillante Electric Fountain (2008) di Tim Noble & Sue Webster, una scultura di neon e led alta 35 metri, in cui il flusso di luce artificiale evocava gli zampilli di una fontana, oppure il mega Orecchio di van Gogh ideato da Elmgreen & Dragset, una piscina posizionata in verticale con la forma di un padiglione auricolare.
Ma anche Jeff Koons aveva già presentato nell’iconica piazza di Manhattan due lavori, sempre col supporto di APF: Split-Rocker, nel 2014, e Puppy, nel 2000. Due animaletti “green” di diversi metri d’altezza, interamente rivestiti di foglie e fiori. Terzo intervento, dunque, quello che sta per inaugurare. Nel segno della solita triade: il pop, il ludico e il grandioso. Non senza un filo di inquietudine.
– Helga Marsala
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