La sfida dell’arte. L’editoriale di Francesco Rutelli
Qual è lo stato dell’arte odierno? E quali sfide si trova ad affrontare la creatività sullo sfondo dell’epoca attuale? Francesco Rutelli prova a dare una risposta.
L’Arte è infinita, e non muore mai, neppure quando viene tumulata.
L’Arte-Patrimonio (anche ciò che è stato creato ieri) può resuscitare dal temporaneo fallimento o dalla dimenticanza, dalla dannazione della memoria, e dall’iconoclastia.
Guardando a questo momento storico, ci vuole parecchio spirito critico: fare lo slalom in mezzo al cinismo del mercato del contemporaneo; un fenomeno internazionale economico-finanziario senza precedenti.
Com’è lo stato dell’Arte? Secondo me, stretto tra due problemi maggiori. Uno è contingente, l’altro è dirompente.
Il problema contingente è la depressione delle nostre borghesie. Non è vero che l’arte sia espressione aristocratica. È sempre un frutto (materiale/spirituale) che emerge dal mezzo della società. È una corrente che scaturisce dal dinamismo dalla società, e che la dinamizza. Se i ceti medi sono depressi, l’arte è un fenomeno meno vibrante. Vediamo dunque, non di rado, fenomeni artistici più vibranti in Paesi i cui ceti emergenti sono affamati di libertà, di novità, di spinte trasformative.
IL PROBLEMA DELLA TECNOLOGIA
Il problema dirompente sta invece nella tecnologia. Per i ragazzi di oggi, l’espressività non è in una galleria d’arte, ma su Instagram. L’invenzione sta meno in un oggetto di design che non nella serialità che si riflette nei “like”. Le invasioni, le alluvioni visuali nell’esistenza ordinaria possono sopraffare, non solo marginalizzare, l’esperienza artistica.
La sfida dell’arte, dunque, sta oggi, a mio avviso, meno nello scandalizzare per aprire la mente e dischiudere la percezione – com’è avvenuto fino a non molti anni fa –, ma da un’altra parte.
Da quale parte? Poiché penso che l’Arte non possa morire, la risposta ci verrà rivelata non da chi la osserva e da chi la cerca, ma da chi la fa. Dagli artisti.
– Francesco Rutelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #36
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