Prime foto e riflessioni su documenta. L’osmosi Atene-Kassel funziona? No che non funziona
Un'ampia rassegna di foto nel primissimo giorno di apertura di documenta a Kassel. E qualche prima considerazione su come è impostata la tappa principale della mostra che ha iniziato la sua vita un mese fa ad Atene.
Tra riflessioni sociali, antropologiche, geografiche e politiche continua a Kassel, esattamente un mese dopo la prima tappa di Atene, questa strana edizione di documenta firmata dal curatore polacco Adam Szymczyk. Il dualismo rincorso nell’edizione ateniese tra la Grecia e la Germania si ripropone qui in quello che è tradizionale lo spazio centrale della rassegna, la piattaforma concettuale dalla quale si dipanano tutte le altre sedi di documenta: il Fridericianum.
LA DELUDENTE MOSTRA AL FRIDERICIANUM
UN PERCORSO ESPOSITIVO SCONTATO
Sebbene in una giornata sia impossibile vedere tutti gli spazi espositivi di documenta, possiamo ben dire che la kermesse sembra orientarsi in maniera non del tutto convincente anche negli altri spazi. A colpire soprattutto, al di là del merito dei singoli lavori e del loro allestimento sovente discutibile, è la didascalicità dello statement: al Museo di Storia Naturale ci sono opere tutte con un sottofondo di tema naturale; al Documenta Halle ci sono più o meno tutti lavori attinenti all’Africa, agli artisti africani o afroamericani. E così via scontatamente. Proseguiremo la visita della grande mostra nei prossimi giorni e speriamo di venire smentiti nel nostro iniziale giudizio non del tutto positivo.
– Massimiliano Tonelli
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