La fiera SetUp di Bologna cambia sede. Trasferimento nello storico Palazzo Pallavicini
Lo annunciano le organizzatrici Alice Zannoni e Simona Gavioli. Meno gallerie, più concentrazione, e una sede prestigiosa nel cuore della città. Set Up lascia, così, la storica location dell’Autostazione, che a noi di Artribune non è mai piaciuta.
Noi di Artribune avevamo suggerito un cambiamento di sede in più di un’occasione. E finalmente è successo. SetUp Contemporary Art Fair, la prima fiera di arte contemporanea che ha “sfidato” Arte Fiera Bologna, ha lasciato la location dell’Autostazione per trasferirsi nello storico palazzo bolognese Palazzo Pallavicini.
Collocato nel cuore del centro storico di Bologna, in via San Felice, a due passi dalle due Torri e da Piazza Maggiore, il palazzo è un’elegante dimora settecentesca originaria, del XV secolo. Pare addirittura che nel 1770 vi si esibì l’allora quattordicenne fanciullo prodigio Wolfgang Amadeus Mozart. Di proprietà privata, non è mai stato aperto al pubblico, ma da settembre, come già raccontava Artribune, in un articolo a firma di Claudia Giraud, sarà restituito alla città, grazie al progetto della Pallavicini S.r.l. E la partenza è con il botto, con questo progetto che mantiene il format nato nel 2013 dedicato all’arte giovane ed emergente, ma gli dona un sapore in più, tra passato e futuro.
IL FORMAT
“Il format non cambia”, spiegano le organizzatrici Simona Gavioli e Alice Zannoni, “resta, infatti, la formula dell’artista presentato da curatore, entrambi under 35, con un progetto per ogni booth. Il cambiamento della sede implica un aumento della qualità. Quest’anno non puntiamo sulla crescita quantitativa come negli scorsi anni che era anche funzionale a farsi conoscere, a portare SetUp al di là dei confini nazionali. E come se tirassimo il freno a mano, spingendo l’evento al massimo”.
L’ATTESA IL FILO CONDUTTORE
Cambiano anche le date, seguendo tuttavia, come di consueto l’agenda di Arte Fiera. Non più l’ultima settimana di gennaio, ma il primo week end di febbraio 2018, dal 2 al 4. Il tema sarà quello dell’Attesa, che segue Orientamento e Equilibrio (2016, 2017), ispirandosi a Sant’Agostino, pensando a quel momento, precedente all’azione, che serve a predisporre le basi per il cambiamento. Si riduce il numero delle gallerie, 60 lo scorso anno, 30, massimo 35 nel 2018, ma non per una scarsa partecipazione, quanto invece per esigenze dello spazio, in una interazione tra artista, curatore e galleria.
“Avremmo potuto fare l’ultima edizione nell’Autostazione”, continuano Gavioli e Zannoni. ”Ma questo era l’anno giusto per cambiare: il progetto funziona, il format funziona, però la location non andava bene. Avevamo bisogno di dare un segnale. Non abbiamo paura di rimescolare le carte, anche se siamo certe che sarà come, almeno in termini di atmosfera e di organizzazione, un ripartire d’accapo. L’Autostazione automaticamente ti bolla come underground, ma nella nostra testa SetUp non era così… Questo ovviamente non significa che saremo meno attente alle nuove proposte. La sfida sarà dialogare con il nuovo spazio”.
IL RAPPORTO TRA PASSATO E PRESENTE
Questo cambiamento di rotta non può non far pensare, almeno nella interazione tra palazzo storico ed espositori, al modello di fiera boutique lanciato da Granpalazzo. Tuttavia, SetUp mantiene il format proprio della fiera con progetti under 35 e presentazione dei progetti da parte degli espositori; mentre nel caso di Granpalazzo la partecipazione è ad invito ed il format mantiene una dimensione generale di mostra, di fiera non fiera, come ci tengono a precisare gli organizzatori.
– Santa Nastro
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