Lisbona. Il MAAT soffia sulla prima candelina. Le immagini delle celebrazioni
Festeggia il primo anno il MAAT Museum. Centrale nel boom di Lisbona – ormai lo chiamano tutti Lisboom – e con numeri più che rispettabili. Siamo stati nella capitale portoghese per vedere le nuove mostre e la situazione in città.
Ha inaugurato le nuove mostre due giorni fa e ieri notte ha celebrato il suo primo compleanno, il MAAT – Museu Arte Arquitetura Tecnologia di Lisbona. Ospitato in un’ex centrale elettrica e in un secondo edificio progettato da Amanda Levete, affacciato splendidamente sul Tago e su una banchina che si sta sviluppando a rapidi passi (una dinamica molto simile a quanto avvenne con la Tate Modern a Londra), il museo della Fundação EDP per ora non sbaglia un colpo.
I DATI
Con il primo compleanno arrivano anche i dati a confermarlo: oltre 550mila visitatori, 2.451 amici del museo, 23 mostre (7 solo show, 4 group show nazionali, 7 group show internazionali, 4 commissioni site specific, 1 mostra permanente), 432 artisti (305 internazionali e 137 portoghesi), 1.389 opere esposte (415 portoghesi e 974 internazionali), a cui si aggiungono 195 opere provenienti dalla EDP Foundation Art Collection, 22 fra cataloghi e pubblicazioni. E poi ci sono i premi: fra i tanti, la Novelty of the Year – Time Out Lisbon Awards, il Design Prize 2017, la Museum Architecture of the Year – LCD Awards 2017 (e ci mettiamo anche il miglior nuovo museo internazionale secondo il nostro best of del 2016); e ancora, l’ingresso nelle shortlist dello EU Mies van der Rohe Prize 2017, del World Architecture Festival 2017 (categoria Culture) e del Blueprint Awards 2017 (categoria Public Use Private Funding).
PROGETTI VINCENTI
I meriti sono condivisi e “circolari” fra diversi attori: dalla vivacità della città e della sua amministrazione all’impegno in campo culturale della EDP, dall’iconicità e funzionalità del nuovo edificio alla lucida direzione di Pedro Gadanho. Delle mostre vi parleremo più dettagliatamente nei prossimi giorni e in un reportage sulla città che sarà pubblicato sul prossimo numero di Artribune Magazine. Intanto però segnaliamo il grande progetto site specific di Bill Fontana nella sala ovale, un’installazione audio-video che capta in tempo reale suoni e immagini dal vicinissimo ponte 25 aprile; l’ottima rassegna video intitolata Tension & Conflict. Art in video after 2008 (alla quale è stato invitato anche il nostro Federico Solmi); e, nel vecchio edificio, Artist’ Film International, dove spicca The nomadic city of Camela di Luís Lázaro de Matos, artista in forza alla Galeria Madragoa diretta da Matteo Consonni e Gonçalo Jesus (presenza italiana raddoppiata a maggio con l’apertura di Monitor Lisbon).
– Marco Enrico Giacomelli
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