10 anni di Gagosian a Roma. Intervista alla direttrice
La sede romana del colosso galleristico internazionale festeggia il suo decimo anniversario. La direttrice Pepi Marchetti Franchi fa il bilancio di una scommessa vincente.
La galleria di Gagosian a Roma festeggia i suoi primi dieci anni e ha il merito di aver presentato, nel suo spazio ovale di ispirazione borrominiana, una serie di mostre memorabili, che hanno dato una nuova vitalità alla scena artistica italiana. Maestri come Cy Twombly e Anselm Kiefer, insieme a giovani come Francesco Vezzoli o Davide Balula, si sono confrontati con la galleria, in un connubio sempre stimolante e spesso sorprendente. Per celebrare l’anniversario è stato scelto il fotografo tedesco Andreas Gursky, che presenta la serie Bangkok, scattata nel 2011 sul fiume Chao Praya che bagna la città thailandese, insieme a Ocean VI (2010), un’immagine satellitare dell’oceano Atlantico, a sottolinearne la fragilità. Qual è il bilancio del decennale di Gagosian in Italia? Lo abbiamo chiesto alla direttrice della galleria, Pepi Marchetti Franchi.
Come mai avete scelto una mostra di Andreas Gursky per celebrare il decennale della galleria?
Nel corso di questi dieci anni abbiamo presentato 46 mostre di alcuni dei più grandi artisti del nostro tempo da Cindy Sherman a Damien Hirst a Richard Serra, Ed Ruscha e molti altri. Il lavoro di Gursky ha letteralmente rivoluzionato il concetto di fotografia e contribuito enormemente alla sua definitiva consacrazione come medium fondamentale per l’arte del nostro tempo. Sono quindi particolarmente felice di presentarlo a Roma con un progetto incentrato sull’acqua come riflesso della complessità e delle contraddizioni della vita contemporanea.
In questi dieci anni di attività come è cambiato il collezionismo romano?
Il legame della galleria con Roma è stato profondo fin dal primo momento, ma sono orgogliosa anche di quanto da Roma abbiamo costruito in questi anni con il resto del nostro Paese insieme a partner straordinari nel pubblico e nel privato.
All’interno del sistema di gallerie di Gagosian, qual è la posizione di Roma?
Abbiamo inaugurato Roma ‒ per desiderio di Larry Gagosian e prima di fare scelte più ovvie come Parigi e Hong Kong ‒ attratti dal suo valore storico artistico unico e universale. Lo spazio, in un edificio del 1921, caratterizzato da una originalissima sala ovale ristrutturata dal compianto architetto Firouz Galdo, è un ingrediente fondamentale del successo della galleria. Amato dagli artisti che ne raccolgono la sfida con entusiasmo, diventa a ogni appuntamento un palcoscenico dove opera e pubblico stabiliscono una relazione intensa e sempre sorprendente.
Qual è la situazione del mercato in questo momento e quali sono le prospettive per i prossimi anni?
Il gusto corrente continua a premiare l’arte contemporanea e non mi sembra di intravvedere un cambiamento di tendenza. Il mercato globale dimostra una tenuta di portata storica. Il grande pubblico ha potuto constatarlo anche alle ultime aste di New York dove un’opera di arte antica, il Salvator Mundi attribuito a Leonardo, è stata offerta proprio in una vendita di contemporaneo ‒ che ha visto raggiungere quotazioni altissime per quasi tutti i lotti offerti ‒ e aggiudicata per la cifra record di 450 milioni di dollari.
Qual è il bilancio della vostra presenza in Italia?
Direi molto positivo. Quanti avrebbero scommesso che saremmo arrivati a questo compleanno?
‒ Ludovico Pratesi
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