Alla Pinacoteca Nazionale di Bologna una mostra celebra il mito di Keith Haring. Le immagini
Dopo il successo straordinario della mostra a Palazzo Reale di Milano, l’artista americano è protagonista di una nuova mostra a Bologna, Party of life. Che si sofferma stavolta sull’importanza del suo messaggio sociale…
Quando Keith Haring (1958-1990) è morto stroncato dall’AIDS aveva solo 32 anni, eppure il suo alfabeto visivo caratterizzato da un tratto inconfondibile è entrato nell’immaginario collettivo travalicando i confini dell’arte contemporanea e diventando materia familiare anche a chi di arte davvero poco sa. Un mito che non ha conosciuto l’affanno del tempo, ma che continua ad essere celebrato, idolatrato, consacrato da mostre in ogni angolo del pianeta. Dopo il successo straordinario della mostra a Palazzo Reale a Milano, le opere di Keith Haring tornano in Italia per una nuova esposizione. Dal 30 gennaio, le due sedi della Pinacoteca Nazionale di Bologna ospitano circa 60 opere dell’artista statunitense, provenienti da alcune collezioni pubbliche e private. La mostra, intitolata Party of life e organizzata da Contemporary Concept con la curatela di Diana Di Nuzzo (a lungo anche collaboratrice di Artribune), si sofferma più che altro sull’aspetto sociale della ricerca di Haring. Non solo artista, infatti, ma anche attivista politico impegnato contro la discriminazione nei confronti degli omosessuali e dei malati di HIV. La mostra si sofferma in particolare sugli ultimi anni di Haring, dal 1985 in poi, in cui il tratto diventa più duro, deciso, violento e, a mano a mano che la malattia avanza, ai colori squillanti dei primi anni si sostituiscono toni più intensi e cupi. Una serie di lavori forse meno riconoscibile eppure fondamentale per comprendere l’apporto importantissimo dell’artista per la cultura visiva contemporanea. Le immagini della mostra.
– Mariacristina Ferraioli
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