I 10 stand da non perdere ad Art Basel: immagini dalla fiera
I 10 stand da non perdere ad Art Basel. Ecco cosa andare a cercare tra i corridoi della manifestazione di mercato più importante del mondo, non senza qualche riflessione sul futuro delle fiere.
Non si respirava una bellissima aria tra i corridoi di Art Basel all’inaugurazione di questa edizione targata 2018. Non che gli affari stiano andando male eh, intendiamoci, però aleggia un velo di stanchezza e di tristezza. Forse la sensazione che il format fieristico tradizionale, rimasto uguale a se stesso nei decenni, inizi a sparare le sue ultime cartucce. Poca la voglia di sperimentare, poche le gallerie davvero impegnate nel proporre novità, tante le opere già viste nel 2017 o addirittura nel 2016. Art Basel sembra sotto sotto averlo capito e da dopo l’estate inizierà anche a fare un altro mestiere (ne parleremo diffusamente a breve) inaugurandosi come consulente di marketing cultural-territoriale per grandi enti locali. Il primo comune a beneficiarne sarà quello di Buenos Aires, capitale argentina, che a settembre ospiterà l’esperimento di Art Basel Cities: tutto quello che gira attorno alla fiera, ma senza la fiera. E staremo a vedere. In questa atmosfera tutt’altro che elettrizzante abbiamo fatto un po’ di fatica a buttar giù la nostra classica dei 10 migliori stand. Però ce l’abbiamo fatta. Ecco il nostro percorso.
NEUGERRIEMSCHNEIDER – BERLINO
Stand doppio, di grande impatto. Una parete a separare due ambienti. Da una parte una parete di Olafur Eliasson e le sculture di Ai Weiwei. Dall’altra Jorge Pardo, Rirkrit Tiravanija, Elizabeth Peyton, Pawel Althamer.
GAVIN BROWN – NEW YORK, ROMA
Siamo banali ma cosa ci possiamo fare se è tradizionalmente una delle gallerie che si impegna di più a proporre stand pensati e curati? Proiezione rotante di Sturtevant, lavori di Ed Atkins, tanti tanti Kounellins da tutte le parti, l’area dietro della galleria allestita a magazzino chic e il tutto allestito su una carta da parati di Thomas Byrle.
MATTHEW MARKS – NEW YORK
Stand luminosissimo con opere non grandi alle pareti e sculture al centro. Eleganza totale. Con Katharina Fritsch, Jasper Johns, Ellsworth Kelly e molti altri.
JOCELYN WOLF – PARIGI
Tanti piccoli quadri di Santiago de Paoli sparsi per lo stand, poi le opere di Katinka Bock. Sul davanti un lungo stage a fare da fronte verso il corridoio, sul quale sono allestite le opere di Hans Schabus, Diego Bianchi, Guillaume Leblon.
GALERIE NEU- BERLINO
Solito posto, soliti grandi nomi, solito allestimento maestoso e ben dettagliato: Manfred Pernice, Claire Fontaine, Tom Burr, Yngve Holen e Andreas Slominski.
JUANA DE ALZPURU – MADRID
Alicia Framis con dei grandi lavori alle pareti frutto di una performance e Sandra Gamarra sia al centro, con la ipotetica ricostruzione di un museo, sia in fondo con i tipici quadri sulle tonalità del rosso. Uno stand molto politico per la storica gallerista madrilena.
ANTHONY MEIER – SAN FRANCISCO
I quadri “floreali” di Jim Hodges, un lavoro di Albers, uno di Richter, un alluminio di Donald Judd e una intera parete con otto Jannis Kounellis di cui 6 bianchi e 2 neri. Roba seria.
ANNELY JUDA – LONDRA
Per la prima volta nelle nostre classifiche questa storica galleria londinese che si occupa soprattutto di scultura. Davvero un bello stand con Christo, David Nash, due lavori in neon di François Morellet e ancora Max Bill. Sull’esterno gli iPad drawings di David Hockney. Bravi.
TANYA BONAKDAR – NEW YORK, LOS ANGELES
Ernesto Neto, Martin Boyce, Tomàs Saraceno e tutti i grandi nomi della galleria tutti specchiati in una bella installazione di Olafur Eliasson posizionata all’angolo.
CATRIONA JEFFRIES – VANCOUVER
52 quadri in acrilico con un font particolare e con tematiche al confine tra social media e politica da parte di Ron Terada. Un ottimo effetto.
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