Sorvolando Las Vegas. Un film di Olivo Barbieri, tra cinema, fotografia e architettura
Uno dei due film proiettati da Olivo Barbieri all'Istituto Svizzero di Roma, in occasione del simposio sui rapporti tra cinema e architettura. Uno sguardo a volo d'uccello su una grande metropoli occidentale, tramutata in un incredibile universo virtuale
Si è chiuso a Roma, presso l’Istituto Svizzero, il simposio dedicato ai rapporti tra cinema e architettura. Tanti ospiti internazionali, per esplorare quella terra di confine e insieme di contatto distesa tra l’universo dell’immagine in movimento e quello della progettazione dei luoghi. Al centro la questione della percezione e del rapporto tra l’occhio, il corpo, lo spazio ed il tempo.
Uno dei realtori, chiamati a fornire la sua prospettiva specificamente creativa, era Olivo Barbieri. Attraverso il suo obiettivo lucido, cristallino, iperdefinito, nel tempo hanno ri-preso vita distese naturali, agglomerati urbani, immensi panorami metropolitani, architetture monumentali, skyline luminosi, autostrade svettanti, aeroporti: una collezione di paesaggi contemporanei, divenuti seducenti dispositivi per la visione.
A Roma Barbieri ha proiettato due dei suoi film dal ciclo Site Specific: sguardi a volo d’uccello sulle grandi città d’Oriente e Occidente, perlustrate da 100-150 metri d’altezza, a bordo di un elicottero. Roma, Shanghai, New York, Las Vegas… Città spiate, sorvolate, percorse d’un fiato, tramutate in straordinarie maquette nel miracolo della distanza, quasi che il vero fosse finto e la finzione verità: quanta realtà in quelle inquadrature onnivore e perfette, raffreddate e lontane, così simili a sfavillanti costruzioni virtuali? E quanta follia nel brulicare indistinto di quei corpi sociali e architettonici, accelerati, in mutazione, annegati nel frastuono della modernità?
Barbieri racconta la terra misurandola dal cielo, attraverso il filtro di una camera e dell’aria compressa tra l’occhio, le case, gli alberi, i ponti, le strade, i veicoli, le grandi architetture. Decine di landmark imponenti, come minuscule gemme incastonate al suolo, offerte al sole o alla nebbia, nel giorno o nel buio. Mentre l’immagine costruita a puntino traduce il caos in ordine e struttura. Da leggere e afferrare, in un volo solo.
Helga Marsala
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