È entrata con vigore, all’improvviso, nel suo mondo di fotografie, poster incollati per strada, viaggi in giro per il mondo e racconti di comunità tramutati in immagini: la danza, per JR, è una nuova passione e un nuovo strumento di ricerca estetica, sociale, culturale.
Nel 2013, spostandosi dalle strade del mondo al teatro, ha ideato “Les Bosquets”, un balletto nato dalla collaborazione con il New York City Ballet. JR fu autore di concept e allestimenti, affidando le musiche originali al compositore francese Woodkid e predisponendo in scena ben quarantadue ballerini. Il soggetto? Arrivava da quel quartiere, Cité des Bosquets, nel sobborgo parigino di Clichy-Montfermeil, che aveva ispirato il suo primo progetto di fotografia street. Immortalando i volti dei giovani del luogo e tappezzando con i suoi scatti decine di edifici, JR aveva dato il via a quella che sarebbe stata la sua cifra personale: trasformare storie e facce qualunque, legate a piccole comunità di persone, nei protagonisti di una riappropriazione urbana, con tutto quel portato necessario di conflitti sociali, di dinamiche global e local, di biografie personali e collettive.
Nel 2015 “Les Bosquets”, è diventato un film di 17 minuti, presentato lo scorso aprile al Tribeca Film Festival.
A tutto questo si collega l’ultimo grande intervento newyorchese di JR. Siamo fra Franklin Street e Church Street, in zona Tribeca, sulla parete di un edificio grande circa 30 metri per 22. Si tratta di un sito acquisito dalla DDG, società americana di real estate, che qui costruirà dei nuovi appartamenti con destinazioni d’uso ibride. L’opera, che raffigura il salto aggraziato di una ballerina classica, resterà su quella parete cieca a tempo indeterminato.
Negli stessi giorni l’artista ha pubblicato sul suo profilo Instagram un’altra immagine, appena completata su un muro laterale di un palazzo fra Prince and Spring, a SoHo. Stavolta il ritratto di spalle di un bambino, aggrappato al muro come ad un poster: ancora un’apparizione in bianco e nero, leggera e monumentale, per tramutare angoli di città in scenografici scorci teatrali.
Helga Marsala
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