Il Grande Raccordo Anulare cambia pelle. Tutte le foto dei muri reinventati dalla Street Art

Terminati i (primi) cantieri per il progetto GraArt: arte urbana lungo ponti e sottopassi del famoso snodo autostradale di Roma. Ecco tutte le immagini.

Se Gianfranco Rosi l’avesse girato oggi, il suo Sacro GRA, qualcosa di diverso forse sarebbe saltato fuori. Scene di vita e di lavoro da un cantiere creativo, oppure dettagli di una scenografia sorprendente, inattesa. Il Grande Raccordo Anulare – monumentale snodo viario romano, raccontato dal film documentario che si aggiudicò il Leone d’Oro nel 2013 – cambia volto, pian piano, grazie alla Street Art. Per volere dell’ANAS e del Ministero dei Beni Culturali, su proposta di M.U.RO., associazione culturale capitanata da David Vecchiato.
E la collaborazione è proficua, condotta nel segno di quella invocata “riqualificazione”, oggi sulla bocca di tutti. Un fatto estetico, ma anche culturale: il tentativo di trasformare in una mega macchina di produzione artistica, e poi in una collezione a cielo aperto, questa giostra autostradale assalita del traffico, metafora della più convulsa alienazione metropolitana.

GraArt, Roma, 2017. Lucamaleonte, foto di Mirko Pierri

GraArt, Roma, 2017. Lucamaleonte, foto di Mirko Pierri

COMPLETATI I PRIMI 10 MURALES

Con GraArt l’arte apre allora grandi finestre pittoriche, frutto di un progetto corale. Lavorare insieme, a lungo, cambiando i connotati a un nonluogo traboccante di smog, metallo e cemento. E i primi dieci murales sono oggi terminati, dopo quattro mesi di lavoro (novembre 2016-aprile 2017). Le firme: Camilla Falsini, Chekos, Colectivo Licuado, Diavù, Julieta XLF, Koz Dos, Lucamaleonte, Maupal, Nicola Alessandrini, Veks Van Hillik. Siamo all’altezza di zone come Via Boccea, Via Appia, Casal del Marmo, Via Guglielmi o Via Gorgonzola, tra sottopassi, ponti, muraglioni. Qui superfici esplosive, ampissime, tracciate da mani virtuose, hanno integrato silhouette e campi colore alle architetture della viabilità e delle periferie. Una galleria di animali, creature fantastiche, figure simboliche, al centro di palcoscenici verticali che quasi sorreggono i viadotti, contornano i pilastri e le carreggiate, mentre gli occhi vi inciampano a velocità, dai finestrini delle auto impantanate o in corsa.
E questo è solo il primo step. GraArt è un progetto aperto, che nelle intenzioni di ideatori e sponsor proseguirà nel tempo l’opera di mutazione. Col “sacro GRA” che continua a raccontare storie, a favore di sguardi, di sceneggiature, di letterature urbane.

– Helga Marsala

www.graart.it
http://muromuseum.blogspot.it

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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