Ecco, quello che tutti (forse) temevamo è successo e non è un pesce d’aprile. Aprirà il 1 aprile, ma durerà solo fino al 31 maggio il The Museum of Selfies a Glendale, nella contea di Los Angeles. Le prime indiscrezioni dicono che sarà una mostra itinerante e che viaggerà in altre città, proprio com’è successo per l’analogo Ice Cream Museum, il “museo” dedicato al gelato. I biglietti saranno acquistabili solamente sul sito con un costo di $25 dollari, anche per selezionare l’afflusso di pubblico.
THE MUSEUM OF SELFIES
L’idea di una raccolta dedicata al selfie nasce dalla constatazione “la gente non vuole più consumare silenziosamente l’arte, piuttosto vuole esserne parte”, racconta il co-fondatore del museo Tommy Honton che con Tair Mamedov ha ideato la struttura. Continua “Ci sono più selfie con Gioconda che foto della Gioconda stessa”. La speranza, afferma Houton, è “che la gente si diverta, che non riesca a fare a meno di farsi una foto”. Lo spazio scelto è un centro commerciale, situato al 211 N Brand Boulevard, di circa 744 mq non lontano da Downtown che verrà diviso per tematiche. Una prima parte verrà dedicata alla storia dei selfie: dalla “preistoria” ai giorni nostri, passando per gli autoscatti fatti dalla mitologica first lady degli Stati Uniti, Jacqueline Kennedy. Ci sarà poi una sezione che ospiterà opere di artisti (i loro nomi sono ancora top secret) sulla cultura di massa e poi una sezione in progress, nella quale tutti gli spettatori potranno cimentarsi nella pratica dei selfie per poi condividere le immagini sui social dedicati. Infine, verrà anche allestita una parete con le foto di coloro che sono morti a causa di incidenti occorsi alla ricerca del “selfie perfetto”. Honton racconta di come, con questa sezione, i promotori vogliano fa riflettere le persone sulla portata del fenomeno raccontandone anche le estreme conseguenze.
IL MUSEO DEL GELATO E AFFINI
Non esiste solo il The Museum of Selfies ma anche quello del gelato per i golosi del mondo. L’Ice Cream Museum è nato a New York nel 2016 e può essere definito più come una grande mostra itinerante che è passata per San Francisco, Miami e anche per Los Angeles. Purtroppo il costo del biglietto per molti è proibitivo: $38 che equivalgono a quasi €31; anche in questo caso, probabilmente la scelta è stata fatta per limitare gli ingressi. All’interno, oltre che mangiare gelato e zucchero filato, è d’obbligo scattarsi selfie, condividendoli con #moic.
Ma non è finita qui. Se si ha ancora voglia di fare foto è l’ora del Color Factory a San Francisco. Le opere sono realizzate da Jacob Dahlgren, Tom Stayte, Geronimo Balloons, Tosha Stimage, Stanton Jones, Andrew Neyer e Andy J. Miller, Carissa Potter, Jessica Hische , Rebecca Wright, Randi Brookman Harris, Leah Rosenberg e Erin Jang. La parola d’ordine: Colori, colori e colori che si espandono in una fossa di palline colorate, in più di 10 mila nastrini e in grandi tele. L’hashtag è #colorfactoryco.
CHIOSTRO DEL BRAMANTE: UN’ESPERIENZA TUTTA ITALIANA
Se diventa troppo costoso comprare un volo transatlantico per New York, Los Angeles o San Francisco esiste un’esperienza simile tutta italiana. A Roma, al Chiostro del Bramante. Da tempo il Chiostro sta organizzando delle mostre tutte social che hanno lo scopo di attirare un gran numero di visitatori. Il nuovo “ciclo” curato da Danilo Eccher è diviso in tre diversi capitoli. Il primo Love, l’Arte incontra l’amore organizzato nel 2016, il secondo Enjoy. L’Arte incontra il divertimento che si sta apprestando a concludersi. La particolarità consiste nel modo in cui è stata concepita la mostra: interattiva, in cui è d’obbligo interagire con le opere e farsi selfie nei numerosi “selfie point”. Il terzo capitolo della mostra è ancora top secret.
– Valentina Poli
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