Ecco il MUVS, il museo di Vienna che racconta la storia della sessualità e della contraccezione
Fondato a Vienna da un ginecologo, il Museo della Contraccezione e dell’Aborto racconta, attraverso le sue collezioni, come nel corso dei secoli si sia cercato di rompere il legame tra sessualità e riproduzione attraverso l’utilizzo di metodi contraccettivi. Ecco cosa custodisce il museo al suo interno…
Che l’odierna proposta museale offra la possibilità di approfondire temi e scenari che vadano oltre le “classiche” aree della cultura afferenti l’arte, la storia, le scienze naturali o le tradizioni popolari, è cosa oramai nota e nemmeno considerata insolita o sconveniente, semmai un’occasione per riflettere su tendenze, costume e mentalità della società contemporanea. Giusto per citare qualche esempio di cui vi abbiamo già parlato, ha fatto senza dubbio notizia la prossima apertura di un museo dedicato alla vagina a Brighton, istituzione che nascerà in risposta al noto Museo Fallologico di Reykjavík, il temporaneo Museum of Selfies a Glendale, o i più golosi Museum of Ice Cream e Museum of Candy, entrambi a New York. A questa lista di musei inusuali e dallo spirito decisamente pop, si aggiunge un museo che affronta un tema che tocca i rami della scienza, della tecnica, della storia, del costume e della società, un argomento spinoso ma allo stesso tempo dibattuto e taciuto in tutte le epoche: si tratta del MUVS – Museo della Contraccezione e dell’Aborto di Vienna, istituzione che racconta, attraverso le sue collezioni, come nel corso dei secoli si sia cercato di rompere il legame tra sessualità e riproduzione attraverso la creazione e l’utilizzo di metodi e strumenti contraccettivi.
PERCHÉ UN MUSEO SULLA CONTRACCEZIONE
Fondato a Vienna nel 2003 dal ginecologo Christian Fiala, il MUVS nasce con l’obiettivo di documentare la storia culturale del controllo delle nascite attraverso la contraccezione e l’aborto, spiegando la relazione tra sessualità e fertilità e come nel corso dei secoli si è cercato di rompere questa connessione, ma soprattutto sensibilizzando ed educando le giovani generazioni a una sessualità responsabile. “Come medico posso raggiungere ed educare un numero limitato di persone sulla loro fertilità e su come affrontarla al meglio”, spiega Fiala. “Come scienziato e docente, il numero è maggiore, ma solo attraverso il museo è possibile diffondere la conoscenza di contraccettivi affidabili e di aborti dal punto di vista medico sicuri su scala globale”.
LA COLLEZIONE DEL MUSEO, DAL PASSATO A OGGI
Attraverso una collezione di duemila oggetti e oltre mille libri creata attraverso le donazioni di medici, scienziati, ricercatori e istituzioni, il museo documenta la storia del controllo delle nascite, dai primi tentativi di costruire preservativi con viscere di animali o diaframmi con sterco di coccodrillo, metodi poco o per nulla efficaci che non garantivano una contraccezione adeguata o sicura. Tra gli oggetti più curiosi della collezione, cattura l’attenzione un tavolino in legno che nasconde un bidet in porcellana, strumento che oltre un secolo fa veniva utilizzato per effettuare docce vaginali considerate, in quegli anni, un metodo contraccettivo. Non mancano poi gli strumenti, come ferri e siringhe, che venivano utilizzati per praticare gli aborti, fino ad arrivare ai più moderni test di gravidanza e condom, che completano così la collezione.
– Desirée Maida
MUVS – Museum of Contraception and Abortion
Vienna, Mariahilfer Guertel 37
www.en.muvs.org
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