La tragedia in atto causata dalla pandemia di Covi-19 ha già mietuto vittime tra i volti conosciuti dell’arte, dell’architettura, del cinema, dello spettacolo. Ora è toccato a Luis Sepúlveda, lo scrittore cileno ricordato da grandi e piccoli per essere stato l’autore di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Nato a Ovalle il 4 ottobre del 1949, era noto anche come attivista per i diritti civili nel suo Paese: aveva lasciato il Cile dopo l’incarcerazione subita da parte del regime di Augusto Pinochet. Lo scrittore, che viveva da diversi anni nella città della Spagna nordoccidentale di Gijon, aveva partecipato a fine febbraio a un festival letterario, il Povoa do Varzim al festival Correntes d’Escrita, accompagnato dalla moglie, in Portogallo. Dopo l’evento, erano tornati in Spagna, dove gli erano stati diagnosticati i sintomi della malattia. Era stato il primo caso di coronavirus registrato nelle Asturie. Ricoverato da fine febbraio in ospedale a Oviedo dopo aver contratto l’infezione, erano inizialmente trapelate notizie di un suo possibile coma, poi smentite dalla famiglia. Fino alla terribile notizia.
LUIS SEPULVEDA: UNA VITA DI RIBELLIONE
Luis Sepúlveda Calfucura è stato uno scrittore, giornalista, sceneggiatore, regista e attivista cileno. La sua vicenda è strettamente legata a una storia di ribellione contro il regime dittatoriale del proprio paese. Suo nonno, Luis Sepúlveda, era un anarchico andaluso che fuggì in America del Sud per evitare una condanna a morte che pendeva su di lui. Il piccolo Luis nacque in una camera d’albergo mentre i suoi genitori fuggivano a seguito di una denuncia, sempre per motivi politici, contro suo padre fatta dal ricco nonno materno. Crebbe a Valparaíso, in Cile, con il nonno paterno e con uno zio, anch’egli anarchico. Il suo amore per la letteratura iniziò con i romanzi di avventura di Cervantes, Salgari, Conrad e Melville. A quindici anni si iscrisse alla Gioventù comunista; iniziò a lavorare per il quotidiano Clarín e poi in radio. Viaggiò per tutto il Sudamerica e in Bolivia, dove militò tra le file dell’Esercito di Liberazione Nazionale. Entrò anche a far parte del Partito Socialista e della guardia personale del presidente cileno Salvador Allende. Si trovava nel palazzo presidenziale quando il colpo di Stato militare di Pinochet uccise Allende e incarcerò Sepulveda. Passò sette mesi in una cella minuscola, torturato: riuscì a uscire solo grazie alle forti pressioni di Amnesty International. La sua attività intellettuale si intrecciò con l’attivismo politico, vedendolo alternare la scrittura di racconti, il lavoro alla radio e di regista teatrale a episodi di processi, incarcerazioni ed esilio.
L’OPERA DI LUIS SEPULVEDA
Negli anni Ottanta si trasferì in Europa. Trovò per un periodo stabilità ad Amburgo ma continuò a viaggiare tra Sud America e Africa come giornalista. Visse poi in Francia e prese la cittadinanza francese. Autore di oltre venti romanzi, libri di viaggio, sceneggiature e saggi, conquistò la scena letteraria con il suo primo romanzo, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, apparso per la prima volta in Spagna nel 1989 e in Italia nel 1993. Nel 1997 ha fondato il Salone del Libro Iberoamericano di Gijón, che si tiene ogni anno nella seconda settimana di maggio. Amatissimo dal suo pubblico, soprattutto in Italia, ha pubblicato da allora numerosi altri romanzi, favole per ragazzi e adulti, raccolte di racconti e libri di viaggio, poi trasposti in versioni teatrali e cinematografiche: tra i titoli più noti Patagonia express. Appunti dal sud del mondo (1995), Raccontare, resistere (2002), Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza (2013), Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà (2015) e, naturalmente Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare del 1996. In molti dei suoi racconti, è raccolto l’impegno ecologista che perseguì per tanti anni a fianco di Greenpeace (fino al 1987 come membro di equipaggio su una delle loro navi), oltre che il rispetto e la profonda comprensione per la Natura appresa anche durante un periodo di convivenza all’interno di una comunità indios Shuar negli anni Settanta, nell’ambito di una spedizione dell’UNESCO per studiare l’impatto della modernità su queste popolazioni.
LUIS SEPULVEDA: IL TEATRO E I RICONOSCIMENTI
Fondamentale è stato anche il rapporto con lo scrittore con il teatro, per il quale ha scritto sceneggiature, è stato regista e ha visto molti dei propri romanzi essere trasposti in forma di spettacoli. “Sento che quando la parola scritta entra nel teatro si recupera, si ossigena, respira nuovamente, con una nuova giovinezza. Anche io sono uomo di teatro, sono direttore di teatro, ho scritto tanto per il teatro e so che quando si lavora bene, con amore, il risultato finale è convincente, bello e poetico“, dichiarava anni fa a Luca Indemini in un’intervista fatta in occasione di una rappresentazione a Torino. Il teatro è stato un mezzo di espressione narrativa ma anche, ancora una volta, di ribellione contro l’oppressione politica. Proprio l’attività teatrale, infatti, glie era costata un secondo arresto durante i tempi del regime cileno. Ha ricevuto numerosi i premi, come il premio France Culture Award Etrangère (1992), il Premio Internazionale Ennio Flaiano (1994), il premio Internazionale Grinzane Cavour (1996), il Premio Chiara alla Carriera (2014) e il Premio letterario Alessandro Manzoni alla carriera (2015). Sepulveda era stato anche insignito dell’onorificenza di Cavaliere delle Arti e delle Lettere della Repubblica francese.
– Giulia Ronchi
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