Studio Asynchrome – Urban Vision 2.0
Prima personale in Italia del duo austriaco studio ASYNCHROME (Marleen Leitner e Michael Schitnig), a cura di Manuela Pacella.
Comunicato stampa
Giovedì 7 giugno 2018 la Galleria Ex Elettrofonica inaugura Urban Vision 2.0, la prima personale in Italia del duo austriaco studio ASYNCHROME (Marleen Leitner e Michael Schitnig), a cura di Manuela Pacella.
La pratica artistica di studio ASYNCHROME si pone in una zona liminare tra architettura, arte e ricerca urbanistica, attraverso la realizzazione di disegni su carta e su muro, che affrontano alcune tematiche cardine come l’Utopia. Gli artisti partono dall’affermazione che l’utopia non deve essere intesa né come un piano fallimentare né come una sfida alla costruzione. Può essere piuttosto un metodo non per forza destinato al fallimento ma uno strumento per lavorare in maniera critica e artistica per cambiare il mondo.
L’idea di mettere a confronto il lavoro del duo austriaco con lo spazio architettonicamente complesso come Ex Elettrofonica significa già di per sé lavorare su diversi livelli, in cui arte e architettura sono obbligate a confrontarsi. A questo si aggiunge Roma, vista con gli occhi del visitatore/ricercatore straniero che arriva già formato da pregiudizi, luoghi comuni e romanticismi.
Gli studio ASYNCHROME hanno elaborato il progetto finale, dal titolo Urban Vision 2.0, a seguito di un periodo di ricerca svolto a Roma nel novembre del 2017, durante il quale non solo hanno visitato la città (dai luoghi storici alle periferie), ma hanno dialogato con alcuni interlocutori (artisti, storici, curatori) a cui hanno posto domande generatici di ulteriori interrogativi quali: Cosa significa urbanità, visione e soprattutto 2.0 per Roma? In che modo gli eventi locali si collegano alle tendenze globali / europee? Quali circuiti contribuiscono (o meno) al lavoro? Il caos potrebbe essere un potenziale? Quali livelli dovrebbero intrecciarsi nella conversazione tra passato, presente e futuro?
Il risultato è un dialogo tra diversi parametri (temporali, politici, sociali), che caratterizzano Roma come un luogo in cui finanche il paradosso entra a cambiarne continuamente i connotati. Una città/caos in cui a volte sembra che solo l’intuizione, e un determinato tipo di atteggiamento, possa essere la leva per una continua possibilità di riuscita.
In un generico clima distopico di approccio al futuro, studio ASYNCHROME affronta l’utopia attraverso una lente velata, incerta, interrogativa, ma sempre costruttiva.
La mostra fa riferimento, nel titolo, al nome della famosa società leader nel settore dei restauri sponsorizzati di edifici e monumenti – Urban Vision – e ironizza sul concetto di 2.0 e di come Roma possa essere aggiornata quando il dialogo tra i diversi attori è in continuo movimento. In galleria l’idea di base è resa esplicita dall’interazione tra i lavori su carta e su muro che dialogano con un terzo elemento, i disegni su plexiglass che si inseriscono, grazie alla luce, come ombre e quindi come livelli narrativi ulteriori a quelli sui supporti più “stabili
La mostra è realizzata grazie al sostegno di: Bunderskanzleramt Österreich; Das Land Steiermark. Wirtschaft, Europa und Kultur; Forum Austriaco di Cultura a Roma.
Con il sostegno di:
studio ASYNCHROME è un un duo multimediale e multidisciplinare fondato a Graz nel 2013 dagli architetti, disegnatori, fotografi e pittori Marleen Leitner (1986) e Michael Schitnig (1986). Le opere di studio ASYNCHROME sono state esposte in diverse mostre e istituzioni, tra le quali: Bruseum alla Neue Galerie di Graz, la Biennale di Vienna,