La telenovela BoCs Art di Cosenza: Di Pietrantonio curatore. Le parole dell’ex Dambruoso
Sarà Giacinto Di Pietrantonio il curatore di BoCs Art, ma nel frattempo le polemiche continuano a Cosenza. Ad accenderle sempre Alberto Dambruoso
A far nascere le polemiche, l’annuncio su Facebook da parte del curatore e critico d’arte Alberto Dambruoso, che raccontava ai suoi follower la decisione del Comune di Cosenza di affidare la direzione artistica delle residenze a Vittorio Sgarbi. Poi il putiferio: petizioni online, sdegno cittadino, la smentita del Sindaco Occhiuti sempre a mezzo social, la conferma di Vittorio Sgarbi ad Artribune. Infine una nuova smentita e il silenzio. È di nuovo Dambruoso a rompere il silenzio sempre sui social, contemporaneamente ad un comunicato del Comune di Cosenza che annuncia che a ricoprire l’incarico del progetto sarà Giacinto Di Pietrantonio. La scelta è ricaduta su una personalità di indubbio valore – laureato al DAMS di Bologna, dal 1993, docente di Storia dell’arte presso l’Accademia di belle arti di Brera, dove insegna tuttora, direttore per anni della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, oltre ad aver curato numerose di mostre e rassegne. Inoltre, un professionista del mondo della cultura sicuramente molto poco sotto i riflettori della politica e dei paparazzi rispetto allo sgarbone nazionale.
I COMPITI DI GIACINTO
Giacinto Di Pietrantonio avrà il compito di proseguire e dare un nuovo impulso a un progetto – ideato dall’Amministrazione Occhiuto e curato nel corso degli ultimi tre anni dall’attenta direzione di Alberto Dambruoso – che ha ospitato nelle sue diverse edizioni più di 300 artisti e prodotto altrettante opere, destinate a istituire nella città di calabrese un museo d’arte contemporanea “BoCs Art Museum”, inaugurato a dicembre dello scorso anno con la mostra Ricognizioni. Dai Bocs Art i linguaggi del contemporaneo a cura di Dambruoso.
LE POLEMICHE CONTINUANO
Di Pietrantonio non si pronuncia sui prossimi eventi in programma o sugli artisti che inviterà per la prossima edizione di BoCs Art, in quando sta lavorando su vari fronti per la definizione del progetto, ma rivela il suo entusiasmo per questa residenza artistica, infatti, alla nostra domanda su questo nuovo incarico risponde: “Il contatto diretto con gli artisti è da sempre stato al centro dei miei interessi e questo progetto di residenza mi dà la possibilità di continuare a svilupparlo ulteriormente. Per cui non posso che esserne felice”. Questo il commento rilasciato al collaboratore di Artribune, Giovanni Viceconte.
LE RIFLESSIONI DI DAMBRUOSO
Contattato da Artribune, Alberto Dambruoso rilascia il seguente lungo testo.
“Sulla grave situazione venutasi a creare negli ultimi mesi a Cosenza”, scrive, “dove senza ricevere alcuna comunicazione ufficiale da parte dell’amministrazione locale sono stato destituito dal mio incarico di direttore artistico del progetto di residenze d’artista Bocs art, vorrei specificare alcune cose.
Il progetto è stato portato avanti in due anni e mezzo di programmazione esclusivamente dall’Associazione culturale I Martedì Critici, che ha curato ogni singolo aspetto: dall’organizzazione alla logistica, dalla comunicazione (il Comune in due anni e mezzo non è riuscito a partorire un proprio comunicato stampa limitandosi a copiare il nostro e però facendolo firmare dall’addetto stampa locale) alla curatela della serata conclusiva di ogni residenza.
Gli artisti dovevano ricevere dal Comune, oltre al vitto e all’alloggio (mia era stata l’idea di far dormire gli artisti direttamente nei box facendo risparmiare una considerevole quantità di denaro all’Amministrazione comunale che inizialmente aveva ospitato per le prime due residenze gli artisti in un albergo) anche un rimborso delle spese di viaggio e il rimborso delle spese per l’acquisto dei materiali per la realizzazione dell’opera che avrebbero poi lasciato in dono alla città. Fin da subito il Sindaco Mario Occhiuto aveva dichiarato che le opere sarebbero state accolte di lì a pochi mesi (si parlava di sei mesi inizialmente) all’interno di un Museo creato ad hoc per ospitarle.
PROBLEMI ECONOMICI
Purtroppo fin dalle battute iniziali il progetto stentava a decollare. I soldi per l’acquisto dei materiali dei primi artisti arrivati in residenza tardavano ad arrivare e dovetti rischiare del mio per far partire le residenze con gli artisti che erano già arrivati a Cosenza da qualche giorno e non potevano fare altro che i turisti. Pensare che mancavano anche dei semplici tavoli, delle sedie, insomma una situazione surreale. Dopo l’estate il Sindaco, mi comunicò che le residenze sarebbero andate avanti ad oltranza e quindi insieme alla mia collaboratrice, curatrice associata Annalisa Ferraro, iniziammo a lavorare ogni giorno alla selezione degli artisti per fare in modo di organizzare al meglio le sessioni di settembre, ottobre, novembre e dicembre. Non tardarono a subentrare nuovi ulteriori problemi, perché i rimborsi agli artisti che partecipavano alle varie sessioni non arrivavano e quando arrivavano, giungevano diversi mesi dopo e dopo insistenti telefonate, mail, lettere raccomandate, visite di persona agli uffici comunali. Questa situazione dei mancati rimborsi agli artisti del primo anno di attività è stata conclusa quasi del tutto solo pochi mesi fa. Qualcuno deve ancora ricevere il rimborso. Nel frattempo non vi era traccia del Museo, che in teoria doveva essere in costruzione. Molti artisti giustamente iniziavano a preoccuparsi del destino delle opere lasciate in città. Intanto, i mesi passavano e dopo la residenza natalizia il Sindaco ci chiese di preparare una residenza primaverile, ma a febbraio 2016 venne destituito e di conseguenza la programmazione saltò. Mario Occhiuto viene rieletto a giugno 2016 e subito si affretta a chiamarmi per far ripartire le residenze. Tentenno un po’, a causa dei tanti rimborsi ancora da liquidare, alla fine, dopo molte rassicurazioni, con il mio staff faccio ripartire il progetto, due sole sessioni di residenza, una nel mese di luglio e una ad ottobre 2016.
DANNI E SITUAZIONI INCRESCIOSE
Dopo l’estate mi si chiede di organizzare altre sessioni di residenza ma questa volta non le faccio partire finché non sono certo che tutti (o quasi) i rimborsi siano stati effettivamente eseguiti. Del Museo ancora nessuna traccia. Le opere vengono sistemate tra gli uffici comunali e altre stanze del Comune, depositi improvvisati e seminterrati, luoghi non dotati di alcun sistema di areazione. Alcuni artisti che richiedono le proprie opere per eventi ed esposizioni si accorgono che queste sono state danneggiate o addirittura mancano di alcuni elementi (danneggiata ad esempio l’opera di Davide D’Elia, così anche quella di David Fagioli, dopo un maldestro tentativo fatto da inservienti comunali per allestirla nelle adiacenze del chiostro di San Domenico; mancante di un pezzo quella di Pietrucci, distrutta quella di Simone Bertugno).
Arriviamo nel frattempo al 2017, quando finalmente, dopo tanti proclami, il Comune riesce a restaurare un edificio di tre piani di sua proprietà all’interno del Complesso monumentale di San Domenico, destinandolo a sede del Bocs Art Museum. Chiaramente, aver finalmente ottenuto il Museo, che tutti auspicavamo fin dall’inizio, ha dato ad ogni artista quella garanzia che si aspettava da tanto tempo. Le opere avevano così una loro finale collocazione e potevano essere valorizzate. Invitati quindi nuovamente a far ripartire le Residenze, accettiamo certi che la situazione stesse finalmente prendendo la piega giusta. Vengono portate a termine altre cinque sessioni, tra giugno e dicembre 2017. Il problema rimborsi manifesta nuovamente tutte le sue crepe, mancano ancora all’appello le liquidazioni delle due sessioni estive.
IL BOCS MUSEUM
Intanto, si lavora per inaugurare il BoCs Art Museum, tante le difficoltà, ci ritroviamo da soli, io e il mio staff, a trasportare le opere dalle diverse sedi comunali al complesso di San Domenico, soli ad allestire in una struttura ancora in ristrutturazione, in assenza di attrezzature, di riscaldamenti, senza alcun tipo di supporto fisico e logistico. L’aiuto è venuto dalle tante persone di Cosenza affezionate a noi e al progetto e dai tanti artisti che ci hanno offerto il proprio supporto, senza di loro non so davvero come avremmo fatto.
Nonostante le energie spese per completare l’allestimento, le nottate trascorse al museo per assicurarci che tutto fosse perfetto, nonostante le difficoltà affrontate e superate, sono costretto durante l’inaugurazione a sentire il Sindaco promuovere come curatore dei BoCs Art un suo amico “artista”, la persona che due anni e mezzo prima aveva suggerito il mio nome per il progetto di residenze, e nel corso della conferenza stampa lo ringraziava pubblicamente per aver allestito la mostra inaugurale del Museo, con l’aiuto del sottoscritto.
A quel punto ho capito che, nonostante il Sindaco avesse detto pubblicamente più volte che sarei stato io a dirigere il Museo, non avrei avuto la possibilità di competere con un “artista” locale, suo amico fidato, che nel corso dell’inaugurazione il 15 dicembre scorso distribuiva i biglietti da visita con la dicitura “Curatore Bocs Art Museum”. La fine della storia, si conosce. Prima la chiamata all’amico Sgarbi, poi dopo 10.000 firme di protesta, il ripiegamento verso Di Pietrantonio. Ingenti i pagamenti arretrati verso l’Associazione I Martedì Critici e il suo staff, numerosi ancora i rimborsi da saldare agli artisti, complessa la situazione conservativa delle opere, un museo da poco inaugurato già in assenza di gestione. Storie italiane, quelle di cui siamo stanchi da tempo eppure si ripetono sempre” (Alberto Dambruoso).
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