Milovan Farronato è il curatore del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia 2019
Dopo settimane di attese, l’appena insediato Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli ha svelato il nome del curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale d’Arte di Venezia: si tratta di Milovan Farronato, direttore del Fiorucci Art Trust
Da settimane ci stavamo chiedendo quando sarebbe arrivato questo momento e, subito dopo il suo insediamento, il Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli ha svelato il nome del curatore del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia 2019: si tratta di Milovan Farronato, il cui nome è stato individuato, come spiegato dallo stesso Ministro, al termine di una procedura di selezione a cui sono stati invitati a partecipare 10 nomi rappresentativi del panorama artistico nazionale. Il progetto è stato scelto dal Ministro nell’ambito della terna proposta dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanea e Periferie Urbane.
LA SELEZIONE
Tra le dieci proposte presentate, tutte focalizzate sulle più avanzate tendenze artistiche internazionali, è stato selezionato il progetto di Farronato che si concentra su un gruppo limitato di artisti a cui verrà dato spazio per presentare le proprie opere e indagare i loro universi creativi. “Il progetto di Farronato”, ha dichiarato Alberto Bonisoli, “è molto originale e innovativo anche dal punto di vista dell’allestimento, valorizza il lavoro degli artisti e pone il Padiglione in linea con il panorama artistico internazionale”. E dopo il boom dello scorso anno con Cecilia Alemani curatrice occorre confermarsi a quei livelli.
Antonia Alampi, Laura Barreca, Andrea Bellini, Alfredo Cramerotti, Luigi Fassi, Andrea Lissoni, Bruna Roccasalva, Francesco Stocchi e Roberta Tenconi sono i nomi degli altri 9 curatori – tutti bei nomi ad onor del vero – invitati a presentare un progetto per il Padiglione italiano alla prossima Biennale; la loro selezione è stata condotta attraverso l’individuazione di personalità del settore che negli ultimi anni hanno svolto significative attività non solo nel campo della curatela delle mostre di arte contemporanea ma anche nell’ambito della ricerca. Una prima selezione dei curatori ha condotto alla scelta di una terna finale di cui a quanto pare facevano parte, oltre a Farronato, anche Luigi Fassi e Andrea Bellini. La scelta è stata eseguita tenendo conto delle esperienze maturate in campo nazionale e internazionale, garantendo anche la presenza di giovani e affermati professionisti.
CHI È MILOVAN FARRONATO
Milovan Farronato è direttore e curatore del Fiorucci Art Trust, per il quale ha sviluppato dal 2011 il festival Volcano Extravaganza a Stromboli. Insieme all’artista Paulina Olowska, ha fondato nel 2014 il simposio Mycorial Theatrea Rabka, in Polonia, che nel 2016 è migrato a San Paolo, Brasile. Ulteriori collaborazioni includono le Magazine Sessions (nel 2016) con le Serpentine Galleries di Londra. Ha inoltre concepito The Violent No! all’interno della 14esima Biennale di Istanbul nel 2015. Dal 2005 al 2012, è stato direttore dell’organizzazione no profit Viafarini e curatore presso DOCVA Documentation Centre for Visual Arts, Milano. Dal 2006 al 2010 è stato curatore associato della Galleria Civica di Modena, per la quale ha curato nel 2006 la mostra collettiva Egomania e le personali di Ugo Rondinone e Yayoi Kusama; nel 2007, la personale di Katharina Fritsch; nel 2008, la bipersonale di Runa Islam e Tobias Putrih e nel 2009 la personale di Christian Holstad. È stato professore di Cultura Visiva al CLADEM, Università IUAV, Venezia, dal 2008 al 2015. Tra le mostre curate da Farronato si ricordano Nick Mauss, Illuminated Window, La Triennale e Torre Velasca, Milano 2017; Lucy McKenzie, La Kermesse Héroïque, presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia 2017; Si Sedes Non Is presso The Breeder Gallery, Atene, 2017. È stato parte del team curatoriale del Dhaka Art Summit, 2017 e fa parte del Development Committee della Chisenhale Gallery a Londra. Farronato è inoltre editor di varie pubblicazioni, e i suoi testi sono stati pubblicati da Mousse, Flash Art, ATPDiary, CURA, Artribune, Tate Etc., L’Uomo Vogue e Fashion Trend, tra gli altri.
LE PRIMISSIME DICHIARAZIONI DI FARRONATO
“Sono davvero onorato per questo prestigioso incarico che accolgo con più profondo senso di responsabilità”, dichiara ad Artribune Milovan Farronato commentando la sua nomina. “Ringrazio il Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, e la Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane, guidata dall’ Arch. Federica Galloni, per la fiducia accordata al progetto da me proposto. Sono emozionato e felice di potermi mettere al lavoro con il massimo impegno per dare vita al progetto che come sapete coinvolge tre artisti i cui nomi saranno annunciati prossimamente”.
I COMMENTI DEL MONDO DELL’ARTE
“Milovan è sempre molto informato, si è occupato di giovani talenti dell’arte italiana anche con il lavoro alla guida dell’archivio di Viafarini, il più importante archivio italiano delle opere di giovani artisti”, ha commentato Angela Vettese, direttrice di Arte Fiera che in passato ha collaborato con l’appena nominato curatore del Padiglione Italia. “Alla Biennale dovrebbe portare un po’ di verve”, ha dichiarato il critico Luca Beatrice.
LE PAROLE DI BONISOLI E I SUOI PRIMI COMPITI DA MINISTRO
“Oggi ho nominato Milovan Farronato curatore del Padiglione Italia alla 58ma esposizione internazionale d’arte di Venezia del 2019”, scrive Alberto Bonisoli in un post sulla sua pagina Facebook. “Ho scelto questo progetto nell’ambito della terna proposta dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanea e Periferie Urbane. Il progetto di Farronato è molto originale e innovativo anche dal punto di vista dell’allestimento, valorizza il lavoro degli artisti e pone il Padiglione in linea con il panorama artistico internazionale”. Inoltre Bonisoli racconta i primi giorni da Ministro dei Beni Culturali: “stamattina ho avuto un primo incontro con i direttori generali del Mibact. Mi sono messo al lavoro fin da subito per raggiungere l’importante obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale e artistico del nostro Paese, che tutto il mondo ci invidia. Per farlo, avrò bisogno della collaborazione di tutti i professionisti che lavorano nel Ministero. Proprio per questo ho voluto incontrarli a pochi giorni dal mio insediamento: la programmazione delle attività non può prescindere da un confronto continuo con chi ha a cuore le bellezze dell’Italia. È stato un incontro proficuo”, conclude, “dal quale ho tratto importanti spunti e suggerimenti che terrò in considerazione nel mio lavoro”.
– Desirée Maida
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