Inaugura a Copenhagen Code Art Fair: le immagini dalla fiera alla sua seconda edizione
Copenhagen inaugura fino al 3 settembre la seconda edizione di Code Art Fair. 60 gallerie internazionali e tante novità. Ecco cosa abbiamo visto tra i corridoi della fiera d’arte contemporanea della capitale danese.
Nella zona più meridionale di Copenhagen, non lontano dall’aeroporto, crescono palazzi, trasporti e nuovi servizi. Con lo stesso fervore del settore immobiliare punta a crescere Code Art Fair, al secondo anno di vita negli spazi fieristici del Bella Center della capitale danese. 60 gallerie, una art week tutta attorno (c’è anche un’altra fiera che si chiama Chart), musei, fondazioni e istituzioni culturali che si danno da fare, un impegnato public program in sede e in città.
In fiera il risultato è ondivago. Alcuni nomi decisamente buoni tra gli espositori (ma con stand magari non al massimo dell’impegno, – d’altronde i mega appuntamenti di Parigi con Fiac e di Londra con Frieze sono dietro l’angolo e le cartucce buone si sparano lì-) e qualche partecipazione poco difendibile.
UN ALLESTIMENTO ANTI – ORTOGONALE
L’accoglienza da parte dei locals non è per definizione mai caldissima, ma durante il giorno di inaugurazione la manifestazione è andata in crescendo e via via nel pomeriggio si è iniziara a vedere gente interessante capace, chissà, di fare felice qualche gallerista.
Peculiare l’allestimento che, volutamente caotico e anti-ortogonale, mette in discussione i riferimenti tradizionali della fiera tipo. In una location-serra che lascia spazio alla luce del sole in entrata (qui considerata una sorta di piccolo miracolo) e che dunque ricorda alla lontana il Grand Palais di Parigi.
LE GALLERIE DA NON PERDERE
Cose da segnalare? Innanzitutto le gallerie che hanno rischiato con una personale nello stand. Ad esempio la marocchina Voice con sculture, installazioni e foto della giapponese Megumi Matsubara, la Galleria Continua con Shilpa Gupta, lo stand curato da Claire Fontaine sotto l’egida della berinese Galerie Neu e König Galerie, sempre di Berlino, coi potenti quadri degli anni settanta e ottanta di Karl Horst Hödicke. Non male anche la proposta della messicana Proyectos Monclova con i legni combusti a parete di Martin Soto Climent con di fronte una scultura in cartone di Michael Sailstorfer mentre una grande scultura del Leone d’Oro Franz Erhard Walther e due di Ahmet Ogut campeggiano nell’ottimo booth di Kow (Berlino). E poi la londinese Annka Kultys gallery con uno stand continuamente attivato dalle performance.
Copenhagen // dal 31 agosto al 3 settembre 2017
Code Art Fair
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