Parigi art week. FIAC e le altre fiere
Dopo l’abbuffata di fiere e mostre a Londra, durante la settimana guidata da Frieze e Frieze Masters, inizia un’altra settimana caldissima per l’arte contemporanea. Dall’Inghilterra alla Francia, in attesa di arrivare in Italia con Artissima and Co. Ecco intanto una guida alle fiere da non perdere nella Ville Lumière.
FIAC
A guidare la settimana dell’arte parigina c’è la FIAC. Qualche numero: è l’edizione numero 44, al Grand Palais si presentano 193 gallerie – specializzate in arte moderna, contemporanea e design – che provengono da 30 Paesi, di cui 7 new entry (Egitto, Kossovo, Norvegia, Portogallo, Svezia, Singapore e Tunisia). Design, dicevamo: una piccola sezione che torna sotto la navata del magnifico edificio parigino, con 5 gallerie a tentare l’impresa: Jousse Entreprise, Galerie kreo, Laffanour – Galerie Downtown, Eric Philippe e Galerie Patrick Seguin. E poi c’è la seconda edizione di On Site, ovvero la mostra di sculture e installazioni che si dispiega fra il Petit Palais e l’avenue Winston Churchill. Novità da segnalare, il festival Parades, tutto dedicato alla performance, con sede al Palais de la découverte. Infine, carte blanche a Oscar Tuazon, il cui progetto site specific occupa la magnifica Place Vendôme. Presente all’appello, come sempre, una nutrita presenza di operatori italiani: Alfonso Artiaco da Napoli, Cardi, Raffaella Cortese, Massimo De Carlo, kaufmann repetto, Giò Marconi, Francesca Minini e Zero… da Milano, Continua da San Gimignano, Magazzino e Monitor da Roma, Mazzoleni da Torino, Massimo Minini da Brescia, P420 da Bologna e Tornabuoni da Firenze.
PARIS INTERNATIONALE
È la “collaterale” più giovane ma anche la più interessante. Tanto che, non a caso, un brand come Gucci l’ha scelta per costruirci insieme una partnership (stasera, 17 ottobre, ci sarà una megafesta per ribadire il concetto). Paris Internationale, fiera organizzata direttamente da alcune gallerie parigine (più una zurighese) emergenti, è alla terza edizione e quest’anno cambia sede, scegliendo l’ex redazione di Libération: dagli eleganti hôtel particulier nella zona delle ambasciate e del Palais de Tokyo a un esempio di brutalismo soprannominato “la vite” per il suo cuore spiraleggiante. Qui trovano spazio 55 gallerie provenienti da 19 Paesi; per l’Italia, Federico Vavassori da Milano, Norma Mangione da Torino e SpazioA da Pistoia.
http://parisinternationale.com/
YIA – YOUNG INTERNATIONAL ART FAIR
Ha sede al Carreau du Temple, la Young International Art Fair, con diramazioni anche a Bruxelles, Maastricht e Basilea. L’edizione madre resta comunque quella parigina e quest’anno vi prendono parte 65 gallerie. Non è mai riuscita a entusiasmarci, ma qualcosa di buono si trova sempre, anche grazie – permetteteci un pizzico di campanilismo – alle partecipazioni italiane. Che in questo 2017 si traducono in The Flat ed NContemporary da Milano, E3 da Brescia, Burning Giraffe da Torino, Façade da Parma, Boesso da Bolzano ed Ellebi da Cosenza, mentre per l’area dedicata alla Urban Art – in genere la più interessante – ci sono Wunderkammern da Roma e Magma da Bologna.
ASIA NOW
Terza edizione per questa curiosa “boutique art fair” che si focalizza sull’arte asiatica. Il focus di quest’anno è sulla Corea, con una programmazione speciale curata da Joanne Kim insieme all’équipe della Biennale di Busan. Un’occasione stimolante per scoprire artisti che calcano poco le nostre scene, ma altresì per confrontarsi con gallerie che lavorano in contesti anche molto differenti gli uni dagli altri – da megalopoli come Shanghai e Beijing a realtà più regionali come Kuala Lumpur. In ogni caso, l’Italia mette una bandierina anche qui, grazie al costante impegno della milanese Primo Marella Gallery in quest’ambito.
OUTSIDER ART FAIR
L’Outsider Art Fair è un’altra fiera che ha scelto di specializzarsi: questa volta non su base geografica ma, in un certo senso, scegliendo un “genere”. Questione estremamente complessa, quella relativa all’arte outsider o art brut: come e perché distinguerla dall’arte tout court? Anche per questo una visita all’Hotel Du Duc va fatta. E se volete confrontarvi con operatori italiani, avrete a disposizione i galleristi di Maroncelli 12 (Milano), M&M (Genova) e Rizomi (Parma).
ART ÉLYSÉES
Ce la farà quest’anno Art Élysées a risollevarsi? La questione non è tanto la qualità degli espositori, alcuni di livello tutt’altro che infimo. È piuttosto una questione di presentazione, che pure è importante, se non fondamentale, in una settimana così folta di appuntamenti: mentre ci si dirige al Grand Palais, sede di enorme fascino, si costeggiano lunghissimi tendoni bianchi che tanto fanno pensare a una festa di paese. Possibile che non si riesca a immaginare un set differente, pur mantenendo ferma la scelta del padiglione “effimero”? Frieze non ha insegnato nulla, con le strutture montate ogni anno a Regent’s Park?
PRIVATE CHOICE
Quando hai come main sponsor un’azienda come Diptyque, significa che hai fatto una scelta molto precisa su dove e come collocarti. Se poi qualcuno nutrisse ancora dei dubbi, c’è sempre il nome a ribadire il concetto: Private Choice. Non è una fiera classica, insomma: la creatura inventata da Nadia Candet assomiglia di più a un raffinato showroom di arte e design, con il fascino della location “segreta”, dell’appartamento privato, di una certa esclusività magari più narrata che reale, ma che fa comunque presa. La cosa vi stuzzica? Si entra soltanto su invito o prenotazione, scrivendo a [email protected].
‒ Marco Enrico Giacomelli
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