Sotheby’s alla conquista dell’Oriente. Si parte dall’India
Sotheby’s ci riprova e dopo 25 anni dalla sua ultima asta a Bombay ritorna nel paese con un programma solido e strutturato che partirà già a dicembre 2018…
Appena un anno fa Christie’s ha deciso di non investire più sul mercato indiano, lasciando di fatto scoperto un mercato con un bacino di utenza enorme. Un vuoto destinato ad essere colmato presto da Sotheby’s, il più grande competitor di Christie’s che, a quasi venticinque anni dall’ultima asta tenuta a Bombay, decide di puntare di nuovo sull’India, complice anche una crescente domanda dei collezionisti e una scena artistica in continua espansione.
IL RITORNO DI SOTHEBY’S IN INDIA
C’è chi dice che era una scelta quasi obbligata. Chi invece la definisce come una sorpresa. Molti sostengono che la decisone sia stata presa solo nel momento in cui la concorrente Christie’s ha deciso di ritirarsi dal mercato indiano dopo quattro anni di lavoro. Fatto sta che Sotheby’s già a partire dal 2016, aveva aperto una sede proprio a Mumbai città dove si terrà la prima asta a dicembre 2018. La location sarà il Taj Mahal Palace Hotel e verranno presentati lavori di artisti dell’Asia meridionale, ma anche quelli occidentali che sono stati influenzati dalla cultura indiana. All’interno dell’asta, intitolata Boundless: Mumbai, saranno battuti molti lotti, tra cui l’opera DurgaMahisasura Mardini di Tyeb Mehta che, secondo le stime, vale quasi 3 milioni di dollari. “È il momento giusto per Sotheby’s per espandere ulteriormente i servizi che offriamo ai nostri clienti nella regione”, ha dichiarato in una nota al ad Artnet News l’amministratore delegato Jan Prasens e ha sottolineato l’importanza di portare le aste “direttamente a casa di molti collezionisti che vivono in quelle zone”.
IL MERCATO INDIANO IN ESPANSIONE
La decisione di organizzare delle aste in India, secondo quanto dichiarato da Edward Gibbs Presidente di Sotheby’s per l’India e il Medio Oriente, è dovuta alla registrazione di una crescita sostanziale dei collezionisti indiani che acquistano sia arte locale che asiatica. E sottolinea un dato importante: “questo forte aumento fa parte di un modello globale di maggiore liquidità all’interno del mercato, ma riflette anche la fiorente scena artistica nel territorio”. L’India infatti sta vivendo un momento di grande vitalità sancito (anche)dalle aste internazionali. Gli artisti indiani iniziano ad essere battuti con maggiore frequenza e a raggiungere quotazioni più alte. Un esempio recente è l’opera di Raja Ravi Varma Radha in the Moonlight venduta da Pundole’s – casa d’asta specializzata in arte indiana e fondata nel 2011 – per 3,38 milioni di dollari o ancora Woman on Rickshawdi Tyeb Mehta – che sarà rivenduta nell’asta di Sotheby’s a dicembre a Mumbai – battuta per 2,7 milioni di dollari a maggio da Christie’s a Londra. Ma perché si sono raggiunti questi record? I fattori principali sono stati due: il limitato numero di artisti indiani conosciuti nel mercato e la loro sempre più vasta partecipazione a eventi di rilevanza internazionale come la Biennale di Venezia o Documenta.
– Valentina Poli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati