Gallerie degli Uffizi di Firenze, ecco il nuovo piano tariffario per visitare i musei
È stata appena presentata dal direttore Eike Schmidt quella che è stata definita come la “nuova filosofia tariffaria” dei musei fiorentini, finalizzata ad accrescere un target di pubblico di cultori dell’arte e di fidelizzati e alla promozione e valorizzazione del patrimonio culturale della città.
Tariffe differenziate a seconda del periodo della visita e maggiorate in alta stagione, agevolazioni per i cultori dell’arte, i mattinieri e gli affezionati al museo. È questo il sunto di quella che è stata chiamata la “nuova filosofia tariffaria” delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, recentemente presentata dal direttore Eike Schmidt. Prosegue così la linea di intervento dello storico dell’arte tedesco nella gestione e promozione del museo, soffermandosi questa volta sull’elaborazione di un piano di costi di ingresso basato su uno studio dei flussi di visite e le necessità manifestate dai visitatori, con lo scopo di garantire una fruizione più approfondita ed equilibrata del patrimonio delle Gallerie.
LE NUOVE TARIFFE
Nello specifico, da novembre a febbraio il ticket di ingresso agli Uffizi costerà 12 euro (contro gli 8 attuali), mentre da marzo a ottobre salirà a 20. Queste tariffe saranno in vigore dal prossimo marzo 2018, mese in cui, inoltre, verrà istituito un biglietto cumulativo di 38 euro, valido per tre giorni, che permetterà l’ingresso prioritario e per una sola volta ai musei del circuito, ovvero Uffizi, Palazzo Pitti e giardino dei Boboli. A Palazzo Pitti il biglietto costerà 10 euro in bassa stagione e 16 euro in alta, ma chi acquisterà il biglietto dalle 8.15 alle 9 del mattino, con ingresso fino alle 9.25, spenderà la metà. L’ingresso al giardino di Boboli costerà 6 euro in bassa stagione e 10 euro in alta. Dal 1 settembre 2017 sarà possibile sottoscrivere tessere nominative annuali, con accessi illimitati e priorità di ingresso ai seguenti prezzi: 25 euro per i giardino di Boboli, 35 per Palazzo Pitti e 50 per gli Uffizi. È prevista inoltre una tessera di 70 euro, sempre annuale, con la quale è possibile accedere all’intero circuito.
UNA STRATEGIA DI PROMOZIONE CULTURALE
Dal nuovo sistema tariffario emerge dunque la volontà da parte del museo di fidelizzare il più possibile i suoi visitatori, incentivando la crescita di un target di pubblico di amatori e cultori dell’arte, scoraggiando invece i turisti frettolosi. “Il nuovo sistema delle tariffe d’ingresso ai musei delle Gallerie degli Uffizi premia chi viene a vedere tutto il patrimonio artistico concentrato dai Medici e dai Lorena nei nostri musei, ma disincentiva chi sceglie una sola fetta con le opere più famose”, commenta il direttore Eike Schmidt. “Esso privilegia chi torna varie volte all’anno e pertanto si rivolge in particolare ai fiorentini – di nascita e di adozione – nonché ai forestieri veramente interessati, mentre intende scoraggiare il turismo mordi-e-fuggi”.Schimdt sottolinea inoltre come questo genere di iniziative rientri nel programma di promozione e tutela del patrimonio artistico non solo del museo, ma anche dell’intera città: “fra i compiti affidati ai musei c’è anche quello, in questo momento prioritario per città come Firenze e Venezia, di tutelare sotto ogni aspetto l’integrità dei centri storici, che sono patrimonio dell’umanità. Grazie alla stagionalizzazione dei biglietti e all’incentivazione particolare alla visita dei musei situati nell’Oltrarno – Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli – il nuovo sistema tariffario delle Gallerie degli Uffizi contribuirà in maniera decisiva a un miglior equilibrio topografico e orario dei flussi turistici a Firenze”
IL MANAGEMENT MUSEALE NELL’ERA DELLA RIFORMA FRANCESCHINI
Una scelta, quella portata avanti dal direttore Schmidt, che a tutti gli effetti punta a ottenere risultati non solo in termini di quantità ma anche di qualità, e che soprattutto non teme eventuali cali del numero dei visitatori. Anzi, attraverso una linea di intervento più culturale e meno “turistica”, vuole proprio puntare all’incremento del numero di ingressi. Una forma di management forse ardita ma sicuramente lungimirante, uno dei tanti frutti dell’autonomia gestionale che la Riforma Franceschini ha concesso ai musei statali italiani, sempre più attivi e dinamici dal punto di vista dirigenziale. E i risultati ottenuti lo scorso anno in termini di numero di visitatori paganti (sono stati registrati 44,5 milioni di ingressi nei luoghi della cultura statali, portando incassi per oltre 172 milioni di euro) confermano l’efficacia dell’approccio riformistico su cui insiste il ministro, in attesa di conoscere i risultati e i resoconti dall’anno ancora in corso.
– Desirée Maida
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati