Biennale di Architettura 2018: Mario Cucinella cura il Padiglione Italia
In anticipo rispetto alla tempistica degli ultimi anni, il MiBACT ha annunciato il curatore del padiglione nazionale alla Mostra Internazionale di Architettura di Venezia del 2018. Le aree interne del Paese saranno il cuore del progetto.
La notizia arriva con un netto anticipo rispetto alle tempistiche consuete. È il caso di dirlo: finalmente anche in Italia si inizia a ragionare secondo standard internazionali, con calendari che consentono di progettare seriamente mostre istituzionali di grande rilievo. Sarà dunque “Arcipelago Italia” il tema guida del Padiglione Italia alla 16° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, la cui curatela viene affidata all’architetto Mario Cucinella.
Il progettista – solo pochi mesi fa intervistato da Artribune in merito ai cinque cantieri in progress a Milano e all’attesissima nuova sede del rettorato di Roma Tre, nella Capitale -, si è aggiudicato, insieme al suo team, la competizione a inviti indetta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Dopo l’esperienza di Aravena, come noto, la direzione della kermesse è stata affidata nei mesi scorsi alle progettiste irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara, fondatrici dello studio Grafton Architects. Cucinella, noto per la centralità delle tematiche energetiche e ambientali nei suoi interventi, ha delineato in una breve dichiarazione alcuni aspetti salienti della sua curatela. “Arcipelago Italia – ha anticipato – diventa l’occasione per ridare centralità alle espressioni della qualità in architettura, che non può prescindere dall’empatia con i luoghi, preferendo la giusta misura ai gesti grandiosi e tenendo conto della fattibilità del progetto. La riflessione si sviluppa a partire dalla lettura scientifica del territorio sulla base di quattro tematiche trasversali: architettura e paesaggio, infrastrutture, società ed economia”.
CENTRALITA’ ALLE AREE INTERNE ITALIANE E AL POST-SISMA
Il prossimo Padiglione Italia dovrebbe dunque proporsi nella forma di “un grande laboratorio dinamico che concentra le sue azioni lungo lo spazio urbano costituito dalle aree interne, che per estensione e stratificazione storico-culturale sono esemplificazione dell’identità del nostro Paese”. Tra gli obiettivi già resi noti del progetto targato Cucinella, rientra la volontà di assegnare specifico rilievo al contesto emergenziale post-sisma dell’Appennino Centrale, associando l’iniziativa al lancio di una call.
L’auspicio espresso è quello di riuscire a estendere i confini del Padiglione Italia oltre la dimensione spaziale tradizionale, attivando “una relazione biunivoca con il territorio, con il coinvolgimento concreto delle comunità locali”. In considerazione anche della recente esperienza maturata in questo specifico fronte dallo studio MCA – nei mesi scorsi ha intrapreso un processo di progettazione partecipata a Pacentro (L’Aquila) finalizzato alla realizzazione di un polo scolastico che diverrà il fulcro della comunità locale – la concretizzazione di tale proposito sembra assolutamente realistica. A una prima osservazione, infine, appare come positiva la scelta di destinare uno specifico interesse alle aree interne, una porzione del territorio nazionale che complessivamente equivale a circa il 60% della superficie complessiva. Una tematica urgente, ampia e trasversale, connessa con i fenomeni dello spopolamento, della progressiva mancanza di cura per il paesaggio e della marginalizzazione sociale ed economica, attualmente affrontata anche della Strategia Nazionale delle Aree Interne, adottata dal Governo nel 2014.
– Valentina Silvestrini
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