Biennale Architettura 2018: tutte le novità sul Padiglione Canada
Nel dopoguerra, lo studio italiano BBPR fu incaricato dal Canada di progettare il padiglione nazionale ai Giardini della Biennale. Dopo il restauro, dal 26 maggio la struttura sarà di nuovo fruibile con un doppio appuntamento.
Realizzato nel 1958 dal gruppo BBPR – Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers, dopo 60 anni di onorato servizio, mostre e presentazioni dei lavori di alcuni dei più famosi artisti e architetti canadesi, il padiglione del paese nordamericano si accinge alla fase conclusiva di un importante restauro, in previsione della prossima edizione della Biennale Architettura. A curarne il progetto di riqualificazione, iniziato nel 2014 e finanziato con 3 milioni di dollari canadesi dalla National Gallery of Canada, un terzetto di architetti: il milanese Alberico Barbiano di Belgiojoso, erede diretto di uno dei progettisti, il veneziano Troels Bruun di M+B Studio e il canadese Gordon Filewych di onebadant.
PERCHÉ IL CANADA SCELSE BBRP?
In occasione della tanto attesa riapertura, sarà presentata la mostra Canada Builds a Pavilion in Venice: oltre a esporre ricordi e momenti chiave della sua storia, analizzerà perché uno dei più importanti studi di architettura italiani del dopoguerra sia stato incaricato dalla National Gallery of Canada di progettare e costruire il padiglione. Réjean Legault, professore associato all’École de Design dell’Université du Québec à Montréal ed ex capo del Centro studi del CCA / Canadian Centre for Architecture, ha organizzato questa esposizione con il contributo dello storico dell’architettura e del design Cammie McAtee. Canada Builds a Pavilion in Venice fa parte di una più ampia ricerca e documentazione sul padiglione, che include una pubblicazione e un video, prodotto in collaborazione con il National Film Board of Canada. Il progetto ha beneficiato dell’eccezionale collaborazione della Biennale di Venezia, della Soprintendenza per i Beni Architettonici di Venezia e del Royal Architectural Institute del Canada, nonché del supporto di Global Affairs Canada.
UN PADIGLIONE CHE CELEBRA L’ARCHITETTURA DELLE CULTURE INDIGENE
Per quanto riguarda il programma curatoriale messo a punto in occasione di Freespace, il Canada Council of the Arts ha selezionato il progetto UNCEDED, coordinato dall’architetto di fama internazionale, filosofo, attivista per i diritti umani, Douglas Cardinal, classe 1934, insieme ad Anishnawbe Elders. Cardinal ha affermato: “Sono onorato di accettare questa opportunità per mostrare la vera bellezza e il valore delle popolazioni indigene, rappresentando il Canada nell’evento architettonico internazionale più importante e prestigioso”. UNCEDED – scelto attraverso un concorso nazionale – porterà all’attenzione internazionale, analizzandola, l’architettura delle culture indigene di tutta Turtle Island (nome arcaico del Paese). Cardinal si unirà ai co-curatori indigeni Gerald McMaster, autore e docente di cultura visiva indigena e studi curatoriali critici presso l’OCAD University e David Fortin, architetto e direttore della scuola di architettura McEwen dell’Università Laurenziana. È stato inoltre raddoppiato l’investimento precedente: il Canada Council fornirà un contributo di ben $ 500.000
L’OPINIONE DI SIMON BRAULT
Il team curatoriale guiderà una squadra di circa 18 designer indigeni provenienti da tutto il Canada e gli Stati Uniti, tra cui Patrick Stewart, presidente della Task Force indigena, professore associato presso la McEwen School of Architecture e prima persona di origini First Nations (popoli autoctoni) a essere eletto come presidente dell’istituto architettonico della British Columbia. “Siamo come la fenice che emerge dalle ceneri, un popolo di resilienza e bellezza, spirituale, che vive in equilibrio e armonia con la natura. È opportuno che gli architetti indigeni di Turtle Island abbiano l’opportunità di esprimere il loro contributo unico a una visione del mondo in espansione. UNCEDED riflette sul bisogno di riconciliazione del nostro Paese, costringendoci a mettere in discussione la neutralità dei nostri ambienti costruiti e della terra in cui posano” – ha aggiunto Simon Brault, Direttore e CEO del Canada Council for the Arts, intervistato da Artribune in occasione del G7 della Cultura di Firenze – “Ci invita a comprendere la storia profonda della terra, il suo legame inestricabile con l’identità e la cultura, e come può sostenerci nel futuro”.
– Giulia Mura
https://www.gallery.ca/
http://www.djcarchitect.com/
http://canadacouncil.ca
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