La sfida di Dal Co: il progetto del Padiglione della Santa Sede alla Biennale Architettura 2018

Sciolte le riserve sui protagonisti di Vatican Chapels, il “padiglione diffuso” con cui la Santa Sede esordirà alla Biennale Architettura 2018. Foster, Souto de Moura, Cellini e Flores&Prats tra i progettisti invitati.

Per l’intero semestre di apertura della 16. Mostra Internazionale di Architettura non servirà suonare il campanello per accedere all’isola di San Giorgio Maggiore, sede della Fondazione Cini. Il grande bosco dell’isola lagunare, occupata per oltre la metà da un’area verde che non esisteva prima del 1962, si aprirà infatti a tutti i visitatori che vorranno prendere parte al “pellegrinaggio non solo religioso ma anche laico” tra le dieci – più una – cappelle che la Santa Sede costruirà per il proprio debutto alla Biennale Architettura. Il Professor Francesco Dal Co, in qualità di curatore di Vatican Chapels, si è soffermato sulle ragioni che lo hanno condotto verso la scelta di affidare a dieci progettisti internazionali – Norman Foster, Francesco Cellini, Eduardo Souto de Moura, Terunobu Fujimori, Andrew D.Berman, Javier Corvalàn Espinola, Flores & Prats, Sean Godsell, Carla Juacaba, MAP Studio e Smiljan Radic Clarke – i progetti per altrettante strutture ex novo. “L’apparire di qualcosa di costruito nello smisurato della natura indica la funziona fondamentale dell’architettura: essere luogo di orientamento e di misura, prima di tutto. Così, quando Sua Eminenza mi ha parlato del progetto per il Padiglione della Santa Sede alla Biennale Architettura, ho pensato a un modello concreto. È la piccola ‘Cappella nel bosco’ di Asplund, che ha una precisa funzione: dare misura allo smisurato. – Ha affermato Dal Co, ripercorrendo l’iter dell’operazione – Ho sempre provato una difficoltà, una insofferenza rispetto alle mostre dove si presenta soltanto una parte di ciò che l’architettura è: dei bei disegni, dei bei modelli, delle belle immagini, dei bei rendering… Se l’architettura non è costruita è qualcosa che ancora non ha trovato la sua pienezza: solo quando è costruita, solo lì dove si manifesta in forma e misura, si percepisce tutto il potere e tutta la difficoltà che l’architettura ha nell’essere praticata nella maniera più significativa”.

Vatican Chapels, la cappella progettata da Smiljan Radic Clarke

Vatican Chapels, la cappella progettata da Smiljan Radic Clarke

UN PELLEGRINAGGIO NEL SILENZIO DEL BOSCO

Prendendo le distanze dal modello convenzionale di padiglione, Vatican Chapels si “misurerà in ettari”, ha indicato ancora Dal Co: non a caso, per visitarlo si potrà fare affidamento anche sui mezzi a tre ruote forniti da Piaggio. Nel suo intervento il Card. Gianfranco Ravasi ha sottolineato come l’esperienza di attraversamento di questo luogo verde sarà anche finalizzata a “riscoprire la bellezza, il silenzio, la voce interiore e trascendente, la fraternità umana dello stare insieme nell’assemblea di un popolo, ma anche la solitudine del bosco ove si può cogliere il fremito della natura che è come un tempio cosmico”. Non casuale, ma associato a un significato simbolico è il numero delle cappelle, la cui realizzazione è stata affidata alle aziende costruttrici Alpi, Barth, Gruppo Fallani, Laboratorio Morseletto, Leucos, LegnoAlp, Maeg, Moretti, Panaria Group, Sacaim, Saint Gobain, Secco, Simeon, Tecno e Zintek. Le strutture saranno dieci perché questa cifra “esprime quasi un decalogo di presenze incastonate all’interno dello spazio. Sono simili a voci fatte architettura che risuonano con la loro armonia spirituale nella trama della vita quotidiana”, ha chiarito Ravasi. Nel percorso di visita, in “questo bosco abbandonato, non raggiunto da nessuno, una lingua magnifica immersa nella natura”, le cappelle saranno introdotte da un focus dedicato proprio al “modello concreto”. Nella cosiddetta “undicesima cappella” saranno infatti “riuniti tutti i disegni e le tracce del confronto così arduo che il grande architetto Gunnar Asplund ha avuto con il tema della cappella nel bosco”, ha anticipato il curatore.

UN AMBONE E UN ALTARE IN OGNI CAPPELLA

Pur attenendosi a dati dimensionali condivisi – circa 10 metri per 7 metri – le cappelle non saranno dotate, a livello strettamente stilistico, di una “cifra comune”: diverse una dall’altra, impiegheranno ciascuna un materiale distintivo, “dalla ceramica al legno; dal calcestruzzo sottile a quello armato; dall’acciaio alla Pietra di Vicenza”. Cosa avverrà al termine del semestre di apertura della Biennale Architettura? Sul destino delle dieci cappelle, Dal Co non ha celato la sua speranza di una estensione temporale del progetto – “Forse dovremmo tenercele per un po’ a Venezia…”. Il Presidente Paolo Baratta, commentando la presenza di Vatican Chapels nell’impianto complessivo di Freespace ha ricordato come il tema scelto dalle curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara affronti la questione del dono: “Lo spazio gratuito è la cartina di tornasole di una civiltà. Spazio libero è la capacità di un mondo di donare a se stesso, non considerando il territorio come luogo di accaparramento e segregazione.” Nel programma di Vatican Chapels è incluso un incontro con quattro voci della scena architettonica internazionale – David Chipperfield, Santiago Calatrava, Mario Botta e Stefano Boeri – annunciato per il 21 settembre.

-Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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