Universo Assisi 2018: svelati i nomi e il programma del festival diretto da Joseph Grima
Ci sono grandi nomi della musica, del teatro e della danza. E poi ci sono l’architettura e il design, con il profumo di un progetto di riqualificazione dell’area ex Montedison e una mostra di fotografia che fa incontrare Ghirri e Matta-Clark. Ne abbiamo parlato con l’autore Antonio Ottomanelli.
“Con universo Assisi 2018 rinnoviamo il nostro impegno a rendere Assisi un luogo d’incontro e ispirazione per i maggiori protagonisti internazionali dell’architettura, letteratura, musica, teatro. Con questa nuova edizione siamo davvero felici di aggiungere due nuove discipline – le arti visive e la fotografia – che, come nella scorsa edizione, andranno ad attivare luoghi meravigliosi e segreti della nostra città”. A parlare è Joseph Grima, un nome che in Italia non ha più bisogno di presentazioni, e che tra un impegno in Triennale a Milano e un altro a Matera, presto Capitale della Cultura nel 2019, è direttore artistico della manifestazione Universo Assisi, una sorta di festival multidisciplinare che si muove tra musica, cinema, teatro, arte e architettura dal 21 al 29 luglio. La presentazione, che si è tenuta presso l’ex Montedison, ha svelato nomi e temi di questa edizione. Intitolata A Festival in Secret Places, l’edizione 2018 (la seconda nella storia della manifestazione) torna in Umbria ancora più ambiziosa, con più eventi, anteprime ed esclusive.
I NOMI DAL MONDO DELLO SPETTACOLO
A promuovere l’iniziativa, la Città di Assisi, in collaborazione con FIA, Fondazione Internazionale Assisi. Tanti i nomi in cartellone, dal compositore Michael Nyman (molti lo ricorderanno per le colonne sonore di Gattaca e Lezioni di Piano), Michele Placido che porta sul palco un’opera “site specific” come Gloriosus Franciscus, i Cie Toula Limnaios con lo spettacolo di danza contemporanea Workshop e la sezione “Faust night shop project” a cura di Gianluigi Ricuperati e IPW, Institute for Production of Wonder. Per la letteratura Iacopo Barison, il ghostwriter di Jovanotti, autore del libro Le stelle cadranno tutte insieme. E poi ancora Antonella Ruggiero, con Souvenir d’Italie. E per arte, architettura e design?
ARTE, ARCHITETTURA E DESIGN
Qui è forse la parte in cui si vede maggiormente la “mano” di Grima, che ha costruito parte del programma sui temi che lo appassionano, tanto che nel corso della conferenza stampa il Sindaco Stefania Proietti ha annunciato l’inizio di un processo di riqualificazione che interesserà l’area dell’ex Montedison. “È il primo passo verso il recupero di una parte fino ad oggi sconosciuta e inutilizzata della struttura, il rilancio di un luogo che potrà avere anche una valenza sociale. Il recupero funzionale e la restituzione alla città di una archeologia industriale, paradigmatico dell’edizione di quest’anno. La rigenerazione dei luoghi del patrimonio esistente in un’ottica innovativa e sostenibile rappresenta una delle idee di questa Amministrazione”. Il festival costituirà un primo passo con gli interventi installativi in primis dell’artista Luca Trevisani e del fotografo Antonio Ottomanelli, cui seguiranno quelli di altri colleghi. Il festival ospiterà inoltre la designer spagnola Patricia Urquiola, e offrirà, anche grazie alla collaborazione con il FAI, l’occasione di visitare i luoghi nascosti, “i secret places” di Assisi, in una iniziativa che ha da sempre entusiasmato il pubblico. In attesa di entrare nel vivo dei contenuti, abbiamo incontrato il fotografo Antonio Ottomanelli che ci ha dato qualche anticipazione sul suo intervento, un progetto che farà incontrare in maniera sorprendente due grandi come Luigi Ghirri e Gordon Matta-Clark.
Luoghi segreti… come lavorare su questo tema?
Ho osservato attentamente la prima edizione di Universo Assisi. Ho interpretato questa nascente esperienza come tentativo di offrire uno spazio per l’esercizio libero e imprevedibile dell’osservazione e della relazione; ma non solo di questo paesaggio, in cui il festival ha luogo; perché in quanto spazio di libera percezione, quindi spazio pubblico, diventa occasione per una riflessione globale sul nostro modo di vivere i luoghi del nostro quotidiano. In questo senso il titolo del festival è molto chiaro: A Festival in Secret Places; perché è invito alla trasformazione dell’iconografia triviale dei luoghi.
Come si svilupperà il tuo intervento?
Le opere in mostra, insistono proprio su questo tema; sono espressione di quelle azioni che costruiscono il carattere dello spazio pubblico, ovvero la sua imprevedibilità: la memoria e il movimento. Costruire una città vuol dire, prima di tutto, fissare nel territorio un sistema di significati; la memoria è quella forma di linguaggio che usa questi significati. Il movimento usa il linguaggio della memoria per questo sono la sostanza che rende possibile ogni forma di relazione, permettendo la conseguente formazione di ideologie e comunità.
Il tema dello spazio pubblico ti è da sempre molto caro. Come rientra in questo progetto?
Nei mondi in cui viviamo, l’esercizio libero e imprevedibile del movimento è ostacolato. Sono mondi in cui l’esercizio memoriale viene controllato e predeterminato. Mondi in cui le comunità sono state trasformate in insiemi di soggetti costruiti con la volontà di eliminare conflitti e reazioni; comunità in cui le relazioni sono determinate da analisi. Mondi in cui è in atto la scomparsa dello spazio pubblico. Gli autori che ho scelto di portare e mostrare all’interno del Festival Universo Assisi, hanno sempre rappresentato per me un “invito all’azione”; non sono solo esperienze ma dispositivi di libero e imprevedibile movimento; esperienze capitali di rivoluzione dello sguardo; hanno diffuso su scala globale la visione di un futuro possibile.
Il tuo progetto per Universo Assisi fa per la prima volta incontrare le opere di grandi come Ghirri e Matta-Clark…
Tutte le opere sono sinonimo di un comportamento folle e disobbediente che viene sublimato e diventa arte. La ricostruzione dello spazio pubblico comincia proprio da questo, da un rifiuto della progettazione e predeterminazione dei nostri comportamenti, delle relazioni sociali, degli spazi della percezione e dei criteri interpretativi. E questa trasformazione deve avvenire secondo una prassi di manomissione costante e capillare nel quotidiano di ognuno di noi. Come Luigi Ghirri e Gordon Matta-Clark hanno saputo fare. Credo sia la prima volta che il lavoro e le opere di Ghirri e Matta-Clark sono affiancate e legate in una mostra. Sono lavori coevi; questo dato non è trascurabile.
Ci saranno ricadute specifiche sulla città?
Attraverso alcune mie opere, cercherò di evidenziare queste polarità concettuali, presenti nella ricerca di entrambi gli autori, che mi ispirano e sono al centro della mia ricerca. Questa mostra è, inoltre, dispositivo per una riflessione di ordine metodologico e progettuale che, affrancandosi dai limiti di una concezione della fotografia e dei nuovi media quali sistemi puri, isolati e chiusi, aiuti e favorisca le interazioni transdisciplinari, ampliando l’analisi al più complesso tema della costruzione dell’immagine e del suo valore. Prima del festival sarò in residenza ad Assisi e attraverserò il suo territorio per produrre un progetto di ricerca originale e relativo ai suoi luoghi, che sarà donato alla città.
-Santa Nastro
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