Il ritorno di YAP a Roma: conto alla rovescia per l’installazione Green Gallery
Sarà la YAP FEST 2018, in programma martedì 12 giugno al MAXXI, a segnare la ripresa di Young Architects Program, divenuto in Italia un evento biennale. Dal prossimo 28 giugno, nel cortile del MoMA PS1 sarà pronta la versione statunitense, affidata allo studio Dream The Combine
Giunto alla sua diciannovesima edizione negli Stati Uniti e alla settima in Italia, YAP è il programma dedicato al sostegno della giovane architettura organizzato dal MAXXI in collaborazione con il MoMA/MoMA PS1 di NY. La rete di istituzioni culturali che lo accolgono si è nel tempo allargata, comprendendo anche l’Istanbul Modern in Turchia, l’MMCA National Museum of Modern and Contemporary Art in Corea del Sud e CONSTRUCTO in Cile. Il Young Architects Program offre ai talenti emergenti dell’architettura l’opportunità di progettare e presentare progetti innovativi per un’installazione temporanea all’aperto che fornisca ombra, sedute e acqua; le linee guida prevedono che vengano affrontate questioni ambientali, tra cui sostenibilità e riciclaggio. Per questa edizione, il MAXXI ha scelto di ampliare il suo campo d’azione unendo YAP al programma paneuropeo Future Architecture Platform, promosso da un’associazione di 18 istituzioni che operano nel campo dell’architettura in Europa e dedicato anch’esso alla promozione di giovani talenti.
UN’OASI SELVAGGIA NELLA PIAZZA DEL MAXXI
A vincere l’edizione romana – oltre alla collaborazione con Future Architecture Platform, è co-finanziatada Creative Europe Programme – è stata l’installazione Green Gallery, dei tedeschi STUDIOD3R / Studio for Design, Research and Reflexive Realities e Marcello Fantuz: un progetto ecologico, ecosostenibile, attento alla biodiversità e in contrasto con il riscaldamento climatico. Quello che STUDIOD3R propone, infatti, non è altro che un leggerissimo reticolo regolare – poco più che 120 mq – sul quale lasciar crescere in maniera semi-spontanea una serie di essenze vegetali e floreali già presenti nei parchi romani (Monte Mario e Villa Ada, i due grandi polmoni verdi che abbracciano il quartiere Flaminio). La maglia strutturale quadrata sarà progressivamente ricoperta dal verde – da qui il nome, Green Gallery – restituendo alla piazza del museo un bosco appunto, un padiglione naturale dove sostare al fresco. Come in un’oasi urbana.
LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA
Il progetto, che dal 13 giugno al 21 ottobre 2018 sarà sulla piazza del MAXXI, è stato scelto da una giuria internazionale, superando le candidature degli studi Summary e Tomé Capa + LIMIT STUDIO dal Portogallo, AM3 studio da Palermo e KolendićKrmek dalla Croazia. Secondo la giuria – composta da Hou Hanru, Direttore artistico MAXXI; Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura; Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI Arte; Pippo Ciorra, Senior Curator MAXXI Architettura; Sean Anderson, curatore Associato di Architettura e Design del MoMA; Carmen Andriani Docente Università degli studi di Genova; Paola Nicolin ,Vicedirettore Domus, Jeanette Plaut, Direttore Constructo – Cile; Kim Hyoungmi, Curatore di architettura National Museum of Modern and Contemporary Art – Corea del Sud – Green Gallery si è imposto “per la capacità di dialogo con l’architettura fortemente volumetrica, concreta e dinamica del MAXXI, cui contrappone una struttura fondata sulla leggerezza, il minimalismo geometrico e la massima presenza della natura”.
A LONG ISLAND UN PAESAGGIO DI ELEMENTI CINETICI
Il progetto Hide & Seek di Jennifer Newsom e Tom Carruthers – fondatori dello studio Dream The Combine – in collaborazione con Clayton Binkley di ARUP, è risultato invece vincitore dello Young Architects Program 2018 al MoMA PS1 di New York, in scena da giugno a settembre. Ispirato al “girotondo di relazioni nella città contemporanea”, Hide & Seek presenterà un paesaggio di elementi cinetici e reattivi che collegano i cortili del MoMA PS1 alle strade circostanti. “Concepita come un sito di scambio temporaneo, la proposta attiva il cortile del MoMA PS1 come una frontiera speculativa da trasgredire e rioccupare”, ha affermato Sean Anderson, Associate Curator del Dipartimento di Architettura e Design del MoMA, restituendo il modo in cui le comunità interagiscono con il museo. Ciascuna delle strutture orizzontali dell’installazione ospiterà due specchi che si muovono nel vento o con il tocco umano, deformando le viste e creando relazioni inaspettate tra elementi spaziali. Inoltre, nuvole di nebbia e luce occuperanno i livelli superiori delle strutture ospitando elementi sociali, quali una pista da ballo e un’amaca sovradimensionata. “Negli ultimi anni”, aggiunge Klaus Biesenbach, direttore del MoMA PS1 e Chief Curator at Large, “Long Island è diventata più verticale: con questo progetto, il MoMA PS1 si impegnerà orizzontalmente, invitando il quartiere e il nostro pubblico a partecipare e impegnarsi con i nostri programmi a livello degli occhi”. Continua: “La proposta di Dream The Combine affronta questo aspetto con un’architettura partecipativa per riflettere, se non per rispecchiare letteralmente, il qui e l’ora del Paese nel suo complesso.”
– Giulia Mura
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