Muuto, democrazia a nord
Che i giovani designer scandinavi sentano il peso dei propri maestri così come in Italia l’avvertiamo dei nostri? Domanda inevitabile, quella maturata in un orizzonte geografico che, forse solo al pari del Belpaese, ha saputo esprimere una identità progettuale tanto definita da rendersi sempre riconoscibile.
Per sciogliere l’annoso nodo, l’azienda danese Muuto ha fatto dello scarto con la tradizione il proprio tratto distintivo, come già il pay off che l’accompagna – New Nordic – ci racconta. Senza voltare le spalle alle proprie radici democratiche e umaniste, ma investendo in prodotti dall’appeal contemporaneo che già si sono affermate come piccole icone (un esempio? E27, il nuovo emblema del portalampadina grazie a una rinnovata grammatica del colore). Il tutto senza cercare ispirazioni oltre frontiera, come avremmo fatto noi italiani oggi infatuati dei giovani designer internazionali, ma continuando a prediligere in maniera esclusiva gli scandinavi. Molti di loro, come Form Us With Love, Cecilie Manz o Claesson Koivisto Rune, sono già dei piccoli cult; altri, meno noti, arricchiscono con progetti di grande appetibilità commerciale, anche grazie a un imbattibile rapporto qualità/prezzo, il vocabolario di prodotti ed espressioni del proprio genius loci.
Del resto, la stessa parola ‘muuto’ significa in finlandese ‘prospettive’, che sono anche quelle che l’azienda promuove con il proprio Muuto Talent Award: un premio a concorso per scoprire tra i giovani studenti del grande nord i volti e le idee delle nuove forme dell’abitare.
Giulia Zappa
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #11
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