Roma: Cantiere Galli Design inaugura una rassegna di eventi culturali. L’intervista alla fondatrice
Continua il progetto Osservatorio, che insieme ad “Una stanza tutta per sé” e a “Lasciare Tracce” rappresenta il programma culturale dell’Interior Design Center romano fondato nel 2016 da Eleonora Galli.
Ritorna Osservatorio, il format culturale promosso da Cantiere Galli Design, un Interior Design Center di Roma fondato nel 2016 da Eleonora Galli. Si tratta di uno spazio espositivo che affianca alla vendita un ricco calendario di eventi, approfondimenti e dialoghi curati da Domitilla Dardi, curatrice per il design al Maxxi. Non manca una ricerca sui talenti emergenti. Ad un anno dalla sua apertura, Cantiere Galli Design prosegue nella rassegna Una stanza tutta per sé (che ricorda il titolo del famoso libro di Virginia Wolf) e sviluppa un nuovo percorso espositivo attorno ad un ulteriore tema: Lasciare tracce, una riflessione sugli spazi che viviamo, su come li abitiamo e li personalizziamo.
Da dove ha tratto ispirazione per il format de l’Osservatorio a Cantiere Galli Design?
Il nuovo progetto culturale è ideato insieme a Domitilla Dardi: con lei ci troviamo spesso a discutere di design anche nell’ambito romano, per questo è nato “Osservatorio”. Per usare le parole di Domitilla è “una mappatura di quello che esiste vicino a noi nel mondo del design”. Ci piaceva l’idea di dare voce alle realtà di casa nostra, specialmente in un momento in questo momento in cui l’evoluzione e il fermento sono ancora un po’ latenti!
Come si sta muovendo la scena del Design romano e secondo quali angolature indagarla?
Si usa sempre confrontare le realtà del design con la situazione milanese molto internazionale ma a Roma il design si muove in direzioni diverse. Qui il design è fortemente legato al territorio, alla decorazione e per questo rispecchia molto la romanità. Il design a Roma e nel sud Italia in generale, è più legato al comportamento umano e all’antropologia.
Come dialogheranno i diversissimi approcci di Coralla Maiuri e di Sabina Belfiore Lucovich?
In particolare, per il primo appuntamento di Osservatorio, saranno volutamente separate, è una scelta legata all’allestimento ma non esclude che possano trovarsi vicine, tutt’altro! Nella realtà i loro oggetti dialogano perché sono entrambi frutto di un percorso personale, sono sì oggetti di design ma soprattutto di artigianato.
Quale segnale di continuità o di evoluzione rappresentano le due creative rispetto all’esperienza precedente di Una stanza tutta per sé?
In generale l’”Osservatorio” è un progetto parallelo ad “Una Stanza Tutta Per Sé”, che quest’anno avrà un tema diverso da quello dell’anno scorso. Il tema comune ovviamente è il design ma sono due progetti differenti. Nella Stanza i designer sono chiamati ad interpretare un tema ben preciso e a rimanere nei limiti spaziali della stanza, l’Osservatorio è invece un modo per dare visibilità ai designer romani e alle loro realizzazioni, che per qualche giorno saranno qui ospitate per essere “osservate”.
Potrebbe esprimere un pensiero, un augurio che accompagni questa nuova inaugurazione?
L’augurio più grande è che si inizi a valorizzare la realtà romana e del sud come merita e che anche le aziende possano rivolgere la nostra stessa attenzione a queste realtà assolutamente caratterizzate e caratterizzanti.
– Ginevra Bria
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