Arte e tecnologia. I 500 mq del MATA di Modena da attraversare tra suoni, luci e visioni
La seconda edizione della rassegna annuale Effimera, che indaga l’arte dei new media, propone quest'anno opere di Carlo Bernardini, Sarah Ciracì e Roberto Pugliese in un percorso immersivo e sensoriale.
Torna per il secondo anno consecutivo al MATA di Modena – dal 18 marzo al 7 maggio – Effimera, una mostra dal taglio sperimentale che concentra il proprio interesse su artisti italiani nati negli anni ’60, ’70 e ‘80 con esperienza all’estero, che nel loro lavoro fanno un uso avanzato della tecnologia, legata alla ricerca di una relazione-interazione con i sensi. Se nel 2016 il punto focale della rassegna era nel web, inteso come strumento di conoscenza artistica e relazionale, grazie alla presenza degli artisti Eva e Franco Mattes, Carlo Zanni e Diego Zuelli, quest’anno Effimera – Suoni, luci, visioni – come dichiara il sottotitolo stesso – va nella direzione di una fruizione immersiva dello spazio.
AFFRESCHI DIGITALI E SOUND ART
Per farlo, i curatori Fulvio Chimento e Luca Panaro hanno strutturato i 500 mq del MATA in tre ambienti distinti: con un punto di partenza, costituito dalla ricerca sonora del sound artist Roberto Pugliese, e un approdo rappresentato dalle installazioni luminose in fibra ottica di Carlo Bernardini, passando per le immagini fluttuanti degli affreschi digitali di Sarah Ciracì. Le tre imponenti installazioni ambientali, separate ma contigue, marcano, così, una distinzione linguistica e temporale, e al tempo stesso suggeriscono una linea di continuità all’interno del percorso evolutivo dell’arte: arte intesa come esperienza immersiva totale e totalizzante, da attraversare e con cui interagire.
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