M2B Beijing-Shanghai: 1.600 km di condivisione
1.600 km di movimento, 1.600 km di incontri e diversità, 1.600 km di condivisione. È lunga 1.600 km la performance dell’artista francese Niko de La Faye, che il 22 aprile è partito dallo Caochang di Photospring di Pechino in sella alla sua bicicletta del tutto speciale. Per raggiungere Shanghai il 29 maggio.
M2B, “da MUKS- Mobile Urban Kinetic Sculpture a BEKS- Butterfly Effect Kinetic Sculpture”. Una scultura cinetica, un incontro tra la cultura cinese e quella occidentale. Un sanlunche, tipico triciclo cinese da sempre utilizzato a scopi lavorativi e commerciali, sormontato nella parte posteriore da una struttura cubica. Le otto sfere agli angoli si ispirano al bagua cinese, otto trigrammi, le cui combinazioni rappresentano tutte le possibili condizioni della vita umana. Un sanlunche che porta con sé tutto l’universo. All’interno della struttura, infatti, è proprio l’universo a trovare la sua rappresentazione, attraverso elementi geometrici tridimensionali colorati: sfere, piramidi e cubi, rispettivamente di color giallo, rosso e blu.
Niko de La Faye si è ispirato alla teoria Exceptionally Simple Theory of Everything del fisico americano Antony Garrett Lisi, secondo la quale “in fisica ogni cosa si riduce alla geometria e all’interazione tra particelle elementari”. Scultura cinetica, quindi in movimento, poiché gli elementi tridimensionali ruotano con il muoversi del triciclo. Un sanlunche sradicato dalla sua funzione originaria, incaricato di trasportare l’arte. “Un’interferenza poetica che appare nel traffico cinese”, spiega de la Faye.
M2B, una scultura, un’opera d’arte partita da Pechino e che ha attraversato una parte della Cina. Ogni sera si è fermata in una città, paese o villaggio diversi per offrire agli abitanti il suo spettacolo e una performance di teatro delle ombre, anche questo ispirato alla tradizione cinese, causando puntualmente ingorghi di curiosità seguiti da ingorghi veri e propri. Al calare del sole, la struttura cubica veniva ricoperta con un telo bianco; luci rosse blu e gialle fissate all’interno a riflettersi sugli elementi rotanti, il tutto accompagnato da una musica a tratti onirica. Suggestivo lo spettacolo a cui la popolazione cinese ha assistito, sempre carica di domande curiose, meravigliata e sorridente.
La giornata di M2B e di Niko de la Faye comincia con un lavoro di update video e foto dei vari siti sui quali è possibile seguire il progetto. Terminata la parte del lavoro di informazione, M2B è pronta per il suo viaggio quotidiano, di 50-70 km a velocità 17-20 km/h. Gli scenari che accolgono il passaggio dell’universo colorato sono i più diversi: villaggi abbandonati per le città, cittadine più o meno grandi, zone commerciali della nuova Cina, stabili in costruzione e aree in distruzione, a tratti anche autostrade.
La risposta della popolazione cinese, anche quella documentata dall’artista attraverso interviste, è molto attenta e calorosa. Alcune volte di non comprensione, accompagnata da domande sull’utilità di un sanlunche non utilizzato a scopi commerciali; altre volte di totale meraviglia, stupore e conseguenti brusio; altre ancora di curiosità allo stato puro, di contatto fisico con la struttura: qualcuno è addirittura letteralmente saltato sul triciclo. Certo è che l’opera dell’artista francese non passa inosservata; dopotutto come potrebbe accadere: è l’universo a sfilare per le strade. È la tradizione cinese per eccellenza completamente rivisitata, uno shock: intento in cui l’artista è riuscito alla perfezione.
Una performance di questo genere richiede, oltre a tutta l’organizzazione nei dettagli e a uno stato vigile di attenzione e prudenza, anche e soprattutto un notevole sforzo fisico, dato dalla permanenza quotidiana sulla strada per un certo numero di ore, da agenti atmosferici più o meno favorevoli, da imprevisti che un viaggio di centinaia di chilometri può presentare e da un continuo lavoro di manutenzione del mezzo.
Verso il tardo pomeriggio, una volta percorso il tragitto previsto per la giornata, M2B si riposa in un villaggio, una cittadina o una città. Facendo il suo ingresso proprio in una delle ore di massima attività della popolazione cinese, prima o subito dopo la cena, quando le strade vedono frotte di signore che fanno esercizi di ginnastica e nonni nelle piazze con i nipoti, la scultura colorata fa da bussola ai presenti, causando un’onda di visi che si spostano insieme nella sua stessa direzione. Dopo qualche ora, con il buio, lo spettacolo delle ombre e guardie urbane che chiedono all’artista di spostarsi altrove, causa ingorghi dovuti all’affollamento di occhi ben spalancati.
Un’arte in movimento, quella di de La Faye, un’arte che viene a cercarti. Visibile in mezzo a una coda di camion in autostrada, fruibile dai campi di riso, commentabile da una piazza o da un giardino, percepibile come una piacevole intrusione nel bel mezzo della vita quotidiana che scorre normalmente, quando meno ce lo si aspetta. Un’arte che si impone allo sguardo, che richiama l’attenzione di tutti quando nessuno ne è prevenuto, in un preciso istante in cui lei stessa ti chiama. La chance di coloro che non possono recarsi in una galleria, in un museo. Un’arte della strada, sulla strada.
Eleonora Brizi
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