Cause di forza maggiore. Micol Assaël all’Hangar Bicocca
Hangar Bicocca, Milano - fino al 5 maggio 2014. Micol Assaël racchiude lo spazio dell’Hangar Bicocca, riversandolo in cinque ambienti diversi. Cinque celle che trasformano energia elettrica in resistenza meccanica, in luoghi un tempo inarrivabili e oggi diventati riproduttori precettivi.
All’Hangar Bicocca, cinque camere chiuse marcano il centro e gli angoli della prima lobby espositiva. Cinque celle che, in serie quinaria, coincidono con l’incompiutezza di ogni numero dispari e rappresentano (energeticamente e simbolicamente) l’impronta delle attività umane: nella forma positiva di evoluzione, di movimento progressivo di elevazione, oppure in quella negativa di involuzione, di discesa e di messa alla prova. La serie di questi cinque progetti (di cui quattro concepiti tra il 2001 e il 2009 e uno costruito site specific) collega la dimensione dell’alto con la gravità del basso, facendo tendere ogni estensione sensoriale generata nel mezzo, verso uno di questi due poli. Indicando, infine, l’unione del principio terrestre con il principio celeste, perfetta sintesi in sovrapposizione tra inizio e fine di tutte le cose.
Micol Assaël (Roma, 1979; vive in Grecia) riunisce, sotto la benevolenza di uno scioglilingua (ILIOKATAKINIOMUMASTILOPSARODIMAKOPIOTITA) di matrice greca, cinque celle. Un percorso da svolgere liberamente a tappe, a passaggi che, a seconda del diverso grado di apertura verso l’esterno, riproducono, in chi li vive, precise condizioni percettive e propriocettive. La prima installazione che si incontra è Vorkuta (2003), dal nome di una città mineraria situata in Russia, realizzata sui ricordi di un viaggio in Siberia: una cella frigorifera elettrizzata mantenuta a -30°C con un quadro elettrico e una sedia regolata sulla temperatura corporea. In Senza titolo (2003) è allestito un tavolo, un letto, alcuni armadietti e diversi cavi elettrici. L’ambiente è attraversato da correnti di aria calda e fredda provocate da potenti ventilatori che rendono la stanza invivibile.
Mindfall (2004) è costituita da un container di recupero con una sedia e alcuni tavoli, con 21 motori elettrici. In modo intermittente, i macchinari generano rumore e riempiono l’aria di un odore di combustibile creato dalle cadute di gocce di nafta su resistenze di alcuni motori. In 432Hz (2009), un ambiente interamente in legno che riproduce la vibrazione emessa dalle api in lavorazione (scelta come frequenza del diapason naturale, o LA centrale, usato per accordare gli strumenti di un’orchestra), mostrandone alcuni telai d’arnia retroilluminati. Infine, l’ultima installazione, dal titolo Sub (2014), è un ambiente che offre scambi continui fra interno ed esterno, realizzati attraverso il montaggio di alcuni espositori in vetro e alluminio utilizzati per mostrare i disegni della serie Inner Disorder (1999-2001), attualmente sede deputata alla nascita di cariche elettrostatiche prodotte da un generatore Kelvin.
Ginevra Bria
Milano // fino al 4 maggio 2014
Micol Assaël – ILIOKATAKINIOMUMASTILOPSARODIMAKOPIOTITA
a cura di Andrea Lissoni
HANGARBICOCCA
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