17 screens. I fratelli Bouroullec a Tel Aviv

Museum of Arts, Tel Aviv – fino al 19 marzo 2016. Ronan ed Erwan Bouroullec danno vita a una scenografia rarefatta di assemblaggi materici sorprendenti. In gioco, una speculazione sull’idea di “bordo” che ci spinge, ancora una volta, a interrogare i confini tra arte e design.

OLTRE I LIMITI DISCIPLINARI
Una mostra sul confine, sul suo spessore (parafrasando Gilles Clément) e sulla liminalità nei possibili approcci alla definizione dello spazio. È quella che Ronan e Erwan Bouroullec, i fratelli più celebri del design francese, mettono in scena presso il Tel Aviv Museum of Arts attraverso la concezione di 17 installazioni – da cui il titolo della mostra, 17 Screens, a cura di Meira Yagid-Haimovici – in bilico tra geometria ed evanescenza.
Questo esperimento curioso, indubbiamente il più plateale “fuori tema” all’interno del loro corpus creativo, è il frutto di una ricerca libera da committenti privati, avviata un anno fa. Un esercizio di ibridazione disciplinare, potremmo dire, che parte dal disegno a mano libera, esplora accostamenti e assemblaggi materici ingegnosissimi (ceramica, vetro, tessuto, alluminio, plastica) e arriva a definire una rete di esili recinti site specific calati sulle peculiari dimensioni della sala.

Ronan and Erwan Bouroullec – 17 Screens - veduta della mostra presso il Museum of Arts, Tel Aviv 2015

Ronan and Erwan Bouroullec – 17 Screens – veduta della mostra presso il Museum of Arts, Tel Aviv 2015

DESIGN E INTIMITÀ
In questo viaggio tra le possibili scansioni dello spazio, tra modularità e composizioni libere, l’appassionato di design non potrà esimersi dallo scovare qua e là riferimenti al loro portfolio, nella maggioranza dei casi di tipologia squisitamente industriale: la bacchetta per montare le tende di Ready Made Curtain per Kvadrat, i moduli in plastica e tessuto di Algue e Clouds (rispettivamente per Vitra e Kvadrat), la libreria Cloud per Cappellini.
Eppure, le assonanze trascendono le citazioni più o meno esplicite e arrivano ad esplorare un terreno ben più metafisico qual è quello dato dal nostro senso di intimità: il perimetro identificato da un nastro basta a definire un passaggio, una stanza, una cuccia? Allo stesso modo, quale presupposto di divisione evoca una linea retta? E, infine, in chiave squisitamente meta-progettuale: come esportare l’idea di un perimetro avvolgente in un’architettura di interni domestica e reale?

Giulia Zappa

Tel Aviv // fino al 19 marzo 2016
Ronan and Erwan Bouroullec – 17 Screens
a cura di Meira Yagid-Haimovici
TEL AVIV MUSEUM OF ART
27 Shaul Hamelech Blvd
+972 (0)3 6077020
[email protected]
www.tamuseum.org.il

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Giulia Zappa

Giulia Zappa

Laureata in comunicazione all’Università di Bologna con una tesi in semiotica su Droog Design, si specializza in multimedia content design e design management a Firenze e New York. Da oltre dieci anni lavora come design&communication strategist, occupandosi di progetti a…

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