Annette Messager, in arrivo una grande mostra a Villa Medici
Una grande artista francese, giunta a Roma per una personale. Una nota curatrice italiana, con una lunga carriera in Francia. Un opening da non perdere. Appuntamento a Villa Medici con Annette Messager
C’è il senso del perturbante. Ci sono il corpo, l’ironia e l’inquietudine, l’oggetto noto che diventa sinistro, gli organi interni che si fanno frammenti nello spazio, accumulati, intrecciati, disseminati, ripensati come nuove architetture, oltre la logica unitaria dell’Io. C’è il tema dell’identità (fatta a pezzi e reinventata), del femminile e del femminino; e ancora l’intimità, le pulsioni, la fiaba, la chimera. E il rapporto tra l’uno e i molti: essere donna, in una società che assegna al maschio il ruolo dominante, ed essere donna artista, scandalosamente libera. A gestire – nella genesi di forme ed oggetti surrealisti, pop, poetici e ludici – il desiderio di vita, l’ombra della morte e la trama del tempo.
Annette Messager (Berck, 1943) tra le maggiori artiste francesi viventi, è la protagonista di una nuova mostra, a Roma, attesa a Villa Medici il prossimo 9 febbraio. Si tratta del primo appuntamento di un nuovo ciclo, curato da Chiara Parisi – già direttrice del Centre international d’art et du paysage de l’île de Vassivière e poi de La Monnaie di Parigi – e tutto dedicato ad artiste francesi donne. Une, questo il titolo del progetto, ospiterà dopo la Messager, figure di assoluto rilievo come Elizabeth Peyton, Camille Claudel e Tatiana Trouvé.
Il percorso si snoderà attraverso diversi ambienti della splendida residenza, sede dell’Accademia di Francia dal 1803: dalla Fontana della Loggia ai lussureggianti giardini, dall’Atelier di Balthus alle gallerie interne. E sarà un susseguirsi di animali, giocattoli, uteri, specchi, pelouche, fino al mitico Pinocchio, cui Annette Messager si ispirò per l’opera Casino, che le valse il Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2005. “Mi chiamo Messager”, ha spiegato, “ma non rilascio alcun messaggio. È lo spettatore a delineare la strada con la propria storia e la propria immaginazione”.
– Helga Marsala
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