Muore a 65 anni a Miami l’architetto Zaha Hadid
Un infarto si porta via uno dei più grandi architetti del mondo
Un infarto si porta via uno dei più grandi architetti del mondo. Scompare a soli 65 anni Zaha Hadid, la prima donna architetto ad aver ricevuto il Premio Pritzker nel 2004, due volte Premio Stirling, di recente insignita anche con la Royal Gold Medal for Architecture, la più alta onorificenza per l’architettura del Regno Unito.
Avrebbe dovuto presiedere, assieme al Premier Matteo Renzi e al Ministro Graziano Delrio, all’inaugurazione dell’attesa Stazione Marittima di Salerno, in programma per il prossimo 22 aprile. In quell’occasione la città campana si apprestava ad accogliere anche una lectio magistralis, sullo stile di quella che sempre nel capoluogo tenne Santiago Calatrava qualche tempo fa. Ma non ci sarà alcuna lezione. Purtroppo oggi in Florida Zaha Hadid è morta: la progettista – nata a Baghdad in Iraq, nel 1950, ma naturalizzata inglese – si trovava ricoverata in un ospedale di Miami, sottoposta a cure mediche per una bronchite, quando è stata stroncata da un attacco cardiaco. Tanto, troppo lavoro dirà qualcuno. Per un progettista che fino a ieri appariva come un infaticabile panzer capace – come poche archistar al suo pari – di macinare cantieri in tutto il mondo a dispetto della fatica del fuso orario.
DAGLI ESORDI CON KOOLHAAS AGLI EDIFICI-ICONA DELLA NOSTRA EPOCA
Creativa prolifica e instabile, tanto attiva nella progettazione architettonica quanto nel campo del design con frequenti sconfinamenti – dall’interior al design di prodotto, fino al campo dei gioielli.
Dopo l’incontro, avvenuto negli anni della sua formazione, con Rem Koolhaas e Bernard Tschumi, suoi docenti presso la Architectural Association di Londra degli anni Settanta, Zaha Hadid è divenuta lei stessa docente, affiancando alla pratica professionale una lunga parentesi di insegnamento in alcuni tra i più prestigiosi atenei internazionali.
Si è imposta nel panorama architettonico globale con edifici divenuti icone assolute del nostro tempo, del fare architettura, dell’immaginare la città; contestati o osannati, ma in grado di imporsi per il vigore formale e l’impatto visivo: dalla mitica Vitra Fire Station di Weil am Rhein dei primi anni Novanta al travagliato e controverso MAXXI di Roma, dal London Aquatic Centre realizzato in occasione delle Olimpiadi di Londra del 2012 al Centro ;culturale Heydar Aliyev di Baku in Azerbaigian, dalla Stazione ferroviaria di Napoli Afragola al grattacielo Storto a CityLife a Milano e ancora in Francia la Torre che ha cambiato il profilo di Marsiglia e il Pierres Vives, simbolo della rinascita architettonica di Montpellier fino all’Eli&Edythe Broad Art Museum nel Michigan.
Lo studio che ha fondato e guidato assieme allo storico partner Patrik Schumacher, incluso tra i più importanti al mondo, ha sede a Londra e conta oltre 240 architetti, tra questi tantissimi gli italiani.
IL CORDOGLIO DAL MAXXI
E tra i tanti messaggi di cordoglio molti arrivano dal MAXXI, uno dei progetti più importanti di Zaha Hadid in assoluto e sicuramente il più significativo in Italia. “Ho avuto l’onore di conoscere bene Zaha Hadid” dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI . “Una grande donna: creativa e innovativa, che ci ha regalato le straordinarie architetture del nostro MAXXI. Questa sua morte improvvisa mi addolora moltissimo. Ci mancheranno molto il suo estro e il suo genio“. “Considero Zaha Hadid un genio che ha anticipato con la sua capacità di guardare avanti le forme e le dinamiche della creatività contemporanea” ha aggiunto Margherita Guccione, direttore MAXXI Architettura
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