Tagli, pensionamenti anticipati e stop ai progetti. Il Metropolitan Museum di New York vara un piano per salvare le finanze del museo. 10 milioni di dollari il deficit
Le storie di tagli e sforbiciate non sono solo questione italiana, né solo europea. Avviene infatti che il Metropolitan Museum di New York, tra le istituzioni museali più grandi e importanti al mondo, annunci che le cose non stanno funzionando per il verso giusto. Ammonta infatti a 10 milioni di dollari il deficit che affligge il museo […]
Le storie di tagli e sforbiciate non sono solo questione italiana, né solo europea. Avviene infatti che il Metropolitan Museum di New York, tra le istituzioni museali più grandi e importanti al mondo, annunci che le cose non stanno funzionando per il verso giusto. Ammonta infatti a 10 milioni di dollari il deficit che affligge il museo statunitense che, sotto la guida del presidente Daniel H. Weiss e del direttore Thomas P. Campbell, ha messo in atto un piano di ristrutturazione finanziaria che riguarderà i prossimi 24 mesi. Sottotitolo: tagli. Ma c’è poco da fare, sottolineano le teste alle redini dell’istituzione; se non dovessero essere infatti applicate delle contromisure, il debito arriverebbe addirittura alla cifra di 40 milioni di dollari.
LE CONTROMISURE
I prossimi 18 mesi saranno decisivi e vedranno il Met decurtare lo staff, ridurre il programma espositivo, dare uno stop ai progetti e provare a massimizzare i flussi di reddito all’interno della struttura del Museo. Altri tagli riguarderanno la spesa nei servizi digitali. Il gigante con i piedi di argilla è tra le maggiori istituzioni culturali della città e vanta un team di circa 2200 dipendenti ed un bilancio operativo di 300 milioni di dollari. Nel 2015 ha attirato oltre 6 milioni di visitatori. Ma nel tempo i costi hanno cominciato a superare le entrate e di anno in anno il Met ha visto aumentare il deficit passando dai 3,5 milioni del 2014 ai 7,7 del 2015 e così via: una voragine incontenibile che ha forzato gli amministratori a metterci mano. Anche se il numero degli visitatori è aumentato, infatti, le entrate sono rimaste le stesse. Il Museo ha congelato le assunzioni e ha stanziato piani per offrire un programma di pensionamento volontario. Sono all’orizzonte anche molti licenziamenti, ma la direzione minimizza: sarebbero decine e non centinaia i dipendenti a rischio.
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