Il direttore degli Uffizi denuncia il bagarinaggio, e la Polizia inizia a fare le multe. Ai bagarini? No, al direttore stesso, per “pubblicità fonica” non autorizzata
Ormai anche voi, cari lettori, vi siete abituati a vederle tutte, in Italia, anche in materia di beni culturali: per cui non ci aspettiamo che vi stupiate. Eppure stavolta la notizia è davvero difficile da passare nel silenzio, sfiorando molto da vicino il Dadaismo amministrativo-burucratico. La premessa ve l’abbiamo già data nei giorni scorsi: martedì […]
Ormai anche voi, cari lettori, vi siete abituati a vederle tutte, in Italia, anche in materia di beni culturali: per cui non ci aspettiamo che vi stupiate. Eppure stavolta la notizia è davvero difficile da passare nel silenzio, sfiorando molto da vicino il Dadaismo amministrativo-burucratico. La premessa ve l’abbiamo già data nei giorni scorsi: martedì 24 maggio, nel piazzale degli Uffizi, a Firenze, risuonava un messaggio registrato, in lingua italiana e inglese, da Eike Schmidt, il direttore della Galleria degli Uffizi. A intervalli regolari, Schmidt ricordava ai tanti turisti e visitatori il prezzo del biglietto d’ingresso alla sede museale, rammentando la possibilità di ridurre i tempi di attesa effettuando la prenotazione dei titoli di accesso e i luoghi in cui acquistare legittimamente i biglietti. L’obiettivo? Mettere un freno al fenomeno del bagarinaggio, senza dimenticare la lotta agli scippatori.
PRIVO DELLA PRESCRITTA AUTORIZZAZIONE: 295 EURO DI MULTA
Il 26 maggio, 2 giorni dopo, il direttore si è visto comparire in ufficio un inviato della Polizia Municipale: qualcuno mi ringrazierà per il sostegno alla legalità, avrà pensato; oppure avranno beccato qualche bagarino in flagrante, e vorranno informarmi. Nulla di più lontano dalla realtà: si trattava di un multa elevata allo stesso Schmidt “per una presunta violazione di un articolo del Codice della strada poiché ‘effettuava pubblicità fonica a mezzo altoparlanti posizionati sotto il loggiato degli Uffizi, privo della prescritta autorizzazione’”. Sembra uno di quei paradossi sarcastici che può capitare di leggere su “Il Lercio”, o su “Spinoza”: ma invece è tutto dannatamente vero. Un funzionario si impegna pubblicamente per combattere l’illegalità, e le forze dell’ordine, anziché affiancarlo, elogiarlo, supportarlo nella sua azione, multano lui con una ridicola motivazione che pare uscita da un codice di due secoli fa. 295 euro, che Schmidt ha già annunciato che pagherà senza fare opposizioni di sorta…
– Massimo Mattioli
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