Petra segreta. I droni scoprono un sito tutto da esplorare nella perla dell’archeologia in Giordania
Lungo quasi quanto una piscina olimpionica e due volte più largo, il sito scoperto era probabilmente una piattaforma cerimoniale risalente a oltre 2.150 anni fa
Se Palmyra versa nelle condizioni che tutti conoscono, dilaniata dalle devastazioni dell’Isis e ora da una liberazione siriana che pare tutt’altro che rassicurante, ottime notizie arrivano da Petra, l’altra perla dell’archeologia mediorientale nell’immaginario collettivo, sul fronte giordano, eternata al cinema dalla saga di Indiana Jones. Immagini satellitari ad alta risoluzione hanno rivelato l’esistenza nel sito patrimonio Unesco di una struttura monumentale sepolta nelle sabbie del deserto, a soli 800 metri dalla capitale dei Nabatei scavata nella roccia: a rivelarlo uno studio pubblicato nel Bulletin of the American Schools of Oriental Research e ripreso dal National Geographic.
ARCHEOLOGIA 2.0
Scoperta dall’esploratore Johann Burckhardt nel 1812, Petra è ritenuta la capitale della tribù araba dei Nabatei, fondata nel II secolo a.C. e abbandonata alla fine del periodo bizantino, nel settimo secolo. Basandosi sulla datazione di resti di ceramiche raccolti in loco, gli archeologi ritengono che il sito individuato potrebbe risalire a oltre 2.150 anni addietro: fondamentale per la scoperta è stata la tecnologia, che ha visto l’utilizzo di Google Earth, WorldView-1 e WorldView-2, con il sostegno di droni che hanno minuziosamente fotografato la zona. Individuando un monumento – probabilmente una piattaforma cerimoniale – lungo quasi quanto una piscina olimpionica e due volte più largo.
– Massimo Mattioli
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